PERUGIA – L’atteggiamento pare essere negazionista. Forse perché i temi dell’emergenza climatica provengono in grandissima parte da sinistra. Ma se è vero che numerosi Paesi hanno aderito lo scorso ottobre all’appello europeo sull’emergenza climatica, Italia compresa; se è vero che la comunità scientifica nel suo insieme da anni sta lanciando l’allarme disperato per ristabilire un equilibrio nel globo tra agenti inquinanti per ridurre i rischi di un progressivo collasso planetario; se è vero che numerosi sono gli studi che stabiliscono una relazione tra Covid-19 e riscaldamento globale e maggior penetrazione antropica negli ecosistemi naturali; e inoltre: se è vero che la stessa Europa sino a qualche giorno prima che si manifestasse in tutta la sua gravità l’emergenza Coronavirus, era pronta ad avviare un grande piano di intervento proprio nell’intento di porre argine alle emissioni inquinanti, perché negare? Eppure si continua a negare: la fa Trump negli Usa investendo sulle centrali a carbone e smantellando le norme ambientali introdotte da Obama; lo fa la Cina che aumenta la produzione di combustibili fossili. Insomma pare essere un atteggiamento comune a totalitarismi e populismi che confliggono con i principi delle democrazie avanzate. Per di più, ora che almeno in Italia, l’emergenza Covid pare di nuovo cedere il passo per ristabilire i principi che ispirano la democrazia, si profila un quadro in cui in nome della ripresa economica si dimenticano le emergenze climatiche e ambientali perdendo così l’occasione propizia per stabilire nuovi paradigmi per una autentica transizione energetica. Così è, stando almeno agli atteggiamenti e alle prese di posizione che tendono a minimizzare e, soprattutto a negare che siamo in presenza di una sorta di pandemia al rallentatore come quella del riscaldamento climatico. E nonostante tutti gli appelli e gli sforzi di Greta Thunberg, tra l’altro raccolti da molti giovani e giovanissimi in Italia e nel mondo, è in questo quadro che si pone la bocciatura in III commissione consiliare a cura della maggioranza che governa la città di Perugia della mozione per la “Dichiarazione di emergenza climatica ed ambientale”. “Nonostante – scrive il Fridays For Future Perugia – il lavoro fatto dai proponenti dell’opposizione per mediare e rendere il testo accettabile da tutte le forze politiche in consiglio comunale. Sono stati anche aggiunti i suggerimenti pervenuti dalle associazioni e i movimenti presenti in audizione alla presentazione di mercoledì scorso, oltre che gli stessi suggerimenti proposti dalla maggioranza stessa. La motivazione? La mozione conteneva linee guida “troppo perentorie” – continua Fridays For Future – e non mere “indicazioni” come invece avrebbero voluto, cosi che, una volta approvato, avrebbero potuto mettere l’atto in un cassetto e dimenticarselo. Questo è uno schiaffo alle migliaia di persone che sono scese per le strade di Perugia a gridare che non c’è più tempo, che è necessario agire ora. Questo è un insulto a tutte le realtà del territorio che si battono quotidianamente per un mondo da lasciare alle prossime generazioni. Segue l’elenco di chi ha bocciato la mozione: Luca Valigi (Lega Salvini per Perugia), Roberta Ricci (Lega Salvini per Perugia), Massimo Pici (Perugia Civica), Cristiana Casaioli (Progetto Perugia Romizi Sindaco), Federico Lupatelli (Fratelli d’Italia), Riccardo Mencaglia (Fratelli d’Italia) Francesca Vittoria Renda (Blu). “Vogliamo comunque ringraziare – conclude Fridays For Future Perugia – i consiglieri Francesco Zuccherini, Sarah Bistocchi, Erika Borghesi, Fabrizio Croce, Giuliano Giubilei, Lucia Maddoli, Nicola Paciotti ed Elena Ranfa per aver portato avanti con tenacia la mozione e aver ascoltato le nostre battaglie”.