PERUGIA – Niente fasci di mimose, niente striptease di fustacchioni, niente cenette al femminile, niente cioccolatini a forma di cuore. Solo parole. Parole che fanno male al cuore di chi le pensa e di chi le ascolta. Questo sarà il contributo dell‘Associazione Libertas Margot e dell’Associazione Giornalismo Attivo (AGA) alla Festa della Donna che, nonostante in molti, da anni, diano per spacciata, per futile e persino per “inutile”, ancora coinvolge le italiane impegnate in una battaglia di rivalsa al femminile che è ancora ben lungi dall’essere vinta, a cominciare dagli stipendi e dai ruoli per finire alle tante separazioni che finiscono molto spesso nel sangue.
Parole provenienti da ambiti diversi proprio per sottolineare come l’emancipazione femminile passi per i molti comparti della società civile e sia ancora una lotta tragica in diversi Paesi del mondo.
Il titolo “Il coraggio è donna” già fa intendere quale sarà il filo conduttore del pomeriggio organizzato a Palazzo della Penna l’8 marzo alle ore 16,30, con il patrocinio del Comune di Perugia, che quest’anno ha dedicato l’8 marzo alle donne iraniane che stanno dando la vita per la loro libertà. Ed è proprio con il coraggio delle donne iraniane che inizierà l’incontro, preceduto dai saluti istituzionali del questore di Perugia Giuseppe Bellassai, degli assessori Edi Cicchi e Leonardo Varasano, del consigliere comunale Cristiana Casaioli e dal Flash Mob “One Billion Rising” nel cortile del Palazzo.
Ci sarà un’intervista a Pegah, giovane studentessa in fuga dalla sua terra, una lettera dal carcere di una prigioniera e un documento di una dottoressa iraniana (lette dall’attrice Chiara Meloni), ascolteremo la canzone” Baraye” di Shervin Hajipour , inno della protesta iraniana, vincitrice ai Grammy come migliore brano nella sezione dedicata al cambiamento sociale, e vedremo altri video esclusivi.
Per l’occasione sono state stampate magliette con lo slogan “Donna, vita, libertà”.
Seguiranno tante testimonianze di coraggio: da quello mostrato da una vittima di violenza nel denunciare a quello di Alessia Pierangeli, madre della piccola Noemi affetta da Sindrome di Rett, proseguendo poi con Emanuela Miniati, fondatrice di “Carta in fiore” che occupa anche ragazzi down, con Tiziana Trasciatti, diventata arbitro di serie A, e a seguire con Carola Sorrentino, psicologa presso lo Sportello Uomini Maltrattanti e, nel finale, intervento di Angelo Biondo che tratterà del coraggio di difendersi.
A conclusione di questo particolare incontro un brindisi di buona vita a tutte le donne del mondo, magari dedicato proprio a quelle che non possono brindare, per povertà o per divieto.