PERUGIA – Sbarca anche nel capoluogo umbro una tematica molto attuale, quella delle “Comunità energetiche”, titolo dell’incontro promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro (Psl) in collaborazione con i Circoli Laudato Sì di Perugia ed Assisi, in programma mercoledì primo giugno, alle ore 21, presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maddalena in Pontevalleceppi.
«Abbiamo bisogno di stili di vita che ammettano “creatività e solidarietà: autoproduzione, autoconsumo, accumulo e condivisione” per andare “verso un nuovo modello rispettoso del Creato”», dichiarano i promotori nel soffermarsi sul sottotitolo di quest’incontro che va oltre i confini diocesani di Perugia-Città della Pieve. Sarà affrontata una realtà, quella delle comunità energetiche, che «nasce in Italia nel 2019, almeno dal punto di vista normativo – sottolineano i promotori –, con il decreto milleproroghe. Il vero quadro completo arriva però con il D.Lgs 199/2021 che finalmente rende attuativa, sul territorio italiano, la direttiva RED II sulle fonti rinnovabili e la loro diffusione e promozione».
All’incontro di mercoledì prossimo interverranno mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e Città di Castello, e il prof. Franco Cotana, ordinario di Fisica tecnica all’Università degli Studi di Perugia. A moderare i lavori sarà il diacono Carlo Cerati, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Psl, mentre il coordinatore dei Programmi Italiani del Movimento Laudato Sì, Antonio Caschetto, porterà il suo saluto e la sua esperienza.
La prospettiva è quella dell’Enciclica di papa Francesco “Laudato Sì”, definita “un’illuminazione” dall’autore francofono contemporaneo più letto al mondo, il sociologo, antropologo e filosofo Bruno Latour, senza trascurare i punti chiave del summenzionato decreto che aiutano a comprendere cosa siano le comunità energetiche e a capire l’importanza rivoluzionaria di tale riforma: 1) le comunità si basano su adesione volontaristica e aperta (democratica); 2) possono essere costituite e partecipate da qualunque tipologia di soggetto fisico o giuridico; 3) hanno governance autonoma e democraticamente controllata dai soci; 4) possono possedere impianti a fonte rinnovabile; 5) i soci devono avere sede nelle vicinanze degli impianti rinnovabili posseduti; 6) hanno lo scopo di fornire benefici economici, sociali ed ambientali ai soci. Pertanto, concludono i promotori dell’incontro, «l’obiettivo delle “Comunità energetiche” non è soltanto il discorso economico ed ecologico, ma molto di più anche antropologico e teologico».