PERUGIA – Due giornate dedicate alla riscoperta del Morlacchi di Perugia: visite guidate, l’incursione artistica a cura de L’Umbria Che Spacca, l’inaugurazione, un focus sullo spettacolo di apertura della nuova Stagione.
Venerdì 14 e sabato 15 ottobre “va in scena” l’inaugurazione del Teatro Morlacchi di Perugia restaurato grazie al finanziamento dell’imprenditore Brunello Cucinelli attraverso il Comune con l’intento di riportare il Teatro della città a una nuova e piena funzionalità, e restituirlo ai cittadini in tutta la sua bellezza. Il titolo della due giorni dedicata all’inaugurazione è “SEMPRE APERTO TEATRO”, in omaggio alla poetessa e scrittrice Patrizia Cavalli.
IL PROGRAMMA
La prima giornata, venerdì 14 ottobre, prende il via con le Visite guidate a cura degli attori Carlo Dalla Costa, Caterina Fiocchetti e Francesca Caprai, che accompagneranno i visitatori alla riscoperta del ‘nuovo’ Teatro Morlacchi; Alle 15.30 L’Umbria che Spacca presenta Un’Ora InStabile: 1 Ora – 10 Artisti – 10 Discipline: un’incursione artistica in cui si esibiranno dieci giovani artisti umbri nelle loro diverse discipline all’interno dei palchetti, del salone d’ingresso e anche nel guardaroba; alle 18 la Cerimonia di inaugurazione alla presenza di Brunello Cucinelli, Nino Marino, Andrea Romizi, Donatella Tesei e Maurizio Oliviero. Alle 20.45 va in scena Ditegli sempre di sì, commedia del grande Eduardo De Filippo prodotta da Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo; un testo dal perfetto meccanismo in equilibrio tra comico e tragico (in programma dal 12 al 16 ottobre).
Sabato 15 ottobre, alle 10, alle 11 e alle 12 tre turni di Visite guidate per esplorare il Teatro Morlacchi (ingresso gratuito, prenotazione visitateatro@teatrostabile.umbria.it).
Alle 11.30, al Centro Studi Sergio Ragni, Teatro Morlacchi, “Il filo di Arianna. Mappe e coordinate per la Stagione”, l’incontro a cura della dramaturg Linda Dalisi che accompagnerà lo spettatore in un originale approfondimento dell’opera Ditegli sempre di sì. L’intento è quello non tanto di spiegare quello che non può essere spiegato, ma illuminare e consolidare l’esperienza dello spettatore attraverso la lettura di una mappa nata dall’esplorazione del territorio-spettacolo.