Per ripensare la realtà la creatività non basta, ci vuole fantasia e il Manuale di Fantasiologia

PERUGIA – “Essere creativi? Non basta, ci vuole fantasia. Perché senza fantasia non c’è creatività. E se non c’è creatività non possiamo essere liberi di cambiare il presente e adattarci con consapevolezza ai cambiamenti, per costruire un futuro differente. Per questo stimolare la fantasia è un atto formativo necessario. Perché la fantasia ci permette di pensare per ripensare la realtà. D’altra parte, agire senza pensare oggi non sarebbe sostenibile”.
Si condensa in queste righe il “Manuale di Fantasiologia: una didattica creativa per la sostenibilità” di Maddalena Vantaggi (Stefano Termanini Editore – in collaborazione con Labilia srl), designer e docente dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia (in piazza San Francesco al Prato, 5), un volume che sarà presentato nell’Aula Magna dell’antica istituzione, il 7 dicembre, alle 15.30, con l’introduzione a cura della professoressa Elisabetta Furin.
“Oggi si sente parlare e si parla tanto di creatività – sottolinea Maddalena Vantaggi, che da vent’anni fa ricerca sulla creatività e sui temi della sostenibilità – Ma che cos’è la creatività? Che cosa significa essere creativi? Ed esserlo per costruire scenari più sostenibili? Il punto è che dilaga un concetto di creatività travisato; vengono “vendute come creative” esperienze che sviluppano la capacità di copiare più che di pensare a come cambiare la realtà. Perché la vera creatività genera cambiamento. Questo accade perché non è chiaro che senza la fantasia non si può essere creativi: la fantasia viene concepita come qualcosa di poco concreto, una cosa da bambini che da adulti si perde. Questo manuale – conclude -, muovendo dalle riflessioni di autori come Munari, Rodari e De Bono tra gli altri, rimette quindi la fantasia al centro del dibattito sulla creatività, evidenziando anche come possa aiutarci a sviluppare un pensiero ecologico, critico e inclusivo; e quindi a pensare un futuro diverso e più sostenibile”.
Uno stimolo e un’occasione di formazione.
Il volume, oltre a concetti teorici e riflessioni, propone esperienze pratiche, utili per aiutare le persone a riscoprire la propria fantasia come strumento utile non solo per lo sviluppo di un atteggiamento sostenibile, ma anche per vivere più consapevolmente la relazione con se stessi, gli altri e l’ambiente che ci circonda. Rivolto a chi si occupa di formazione, educazione e progettazione, offre in maniera semplice e pratica, una alternativa di pensiero, che tutti possono comunque sperimentare.
Un termine poco usato. “Fantasiologia” una parola della lingua italiana, poco usata nel linguaggio comune, ma che in questi ultimi anni è stata rimessa in circolazione dal fantasiologo Massimo Gerardo Carrese. È un termine che fa riferimento allo studio della fantasia inteso come analisi dei complessi processi mentali che la fantasia stessa innesca e delle modalità attraverso le quali può cambiare la nostra percezione della realtà, di noi stessi e dell’altro. Fantasiologico non è quindi sinonimo di “fantasioso”, aggettivo che si riferisce a che cosa pensa la fantasia. Fantasiologico è ciò che si interessa a come pensa la fantasia in quanto capacità di lettura e rielaborazione della realtà. In questo manuale parleremo quindi di esplorazioni, esperienze, attività fantasiologiche come di didattica fantasiologica. In un percorso che, proprio grazie alla fantasia, ci aiuterà a riscoprire un concetto di creatività che non ci lasci più spaesati di fronte alle sfide della sostenibilità.

 

Redazione Vivo Umbria: