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Pasquetta virtuale fuori porta con i dipinti rinascimentali di Don Piermatteo Gigli

SANT’ANATOLIA DI NARCO – Questa volta, a causa del Covid 19 Pasqua e Pasquetta gli italiani la trascorreranno  a casa con i propri cari, e tutti i riti religiosi inerenti alla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo si seguiranno in tv o sui social.  Non ci e’ negato pero’ di andare virtualmente a scoprire gioielli unici immersi nel nostro territorio umbro, che, speriamo presto, andremo a visitare e fotografare prossimamente.
Madonna delle Grazie, affresco raffigurante la Madonna del Soccorso con i santi
Intanto gustiamoci questo edificio di culto di Santa Maria delle Grazie, quasi nascosto tra archi e vicoletti, un gioiellino ricco di storia, arte, sopratutto di dipinti rinascimentali di grande suggestione e preziosità. Si entra in questo castello della Valnerina, più volte danneggiato dal terremoto,  passando per una doppia porta altomedievale. Il primo edificio che si incontra e’ la chiesa della Patrona Sant’Anatolia. Più volte rimaneggiato l’edificio annovera alcuni altari tra i quali quello dedicato alla Patrona.
Santa Maria delle Grazie, nel dipinto la Madonna del Rosario
Santa Maria delle Grazie, affresco Maestro di Eggi
Santa Maria delle Grazie, Assunta con angeli e apostoli di Don Piermatteo Gigli
Un tempo sull’altare Maggiore era collocato una scultura lignea del XVI secolo con una Crocifissione e altre statue più recenti raffiguranti l’Addolorata e San Francesco. Un dipinto su tela raffigura altra Crocifissione con  Addolorata, San Francesco e Santa Anatolia del 1618. Altro dipinto raffigurante Anatolia e’ del XV secolo. Un tempo erano presenti diversi luoghi di culto ma purtroppo dismessi come la chiesa di San Giacomo del 1712, Santa Croce con il convento, dove visse la beata Cristina del Terzo Ordine Francescano. Qui la Beata morì il 19 marzo del 1360. Ma inoltrandoci dentro il castello giungiamo ad una piazzetta dove al centro e’ situata la nostra Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Era in origine una edicola campestre dedicata alla Madonna della neve con un affresco del XV secolo di pittore umbro ma di influsso senese (attribuito al Maestro di Eggi).  Il dipinto raffigura la Madonna  in trono col Bambino dritto benedicente dai lati i Santi Antonio Abate e Giovanni Evangelista. Nel 1575 l’edicola fu ampliata alla struttura attuale e l’affresco inglobato. Si presenta con la facciata a capanna, oculo, campaniletto a vela con due fornici e due campane, portale in pietra scolpito a bugne in stile abruzzese e due finestre quadrate. Interno tutto affrescato. Alla parete di fondo nel 1578 Don Piermatteo Gigli, discepolo di Jacopo Siculo, affresco’ con l’ Assunta tra gli Apostoli, in alto l’Incoronazione tra i quattro Evangelisti. Sulla fronte dell’arco dipinse alcuni Santi attorno all’ Agnello Mistico. Sono figurate anche le Sante Vergini: Agata, Anatolia, Maddalena, cristina, lucia, Vittoria, Apollonia, Barbara. Una riproposizione di quello alla cappella Eroli alla cattedrale di Spoleto eseguita dal Siculo. Ma il dipinto si accosta anche all’affresco nel secondo nicchione della navata di destra presso la chiesa Collegiata di Santa Maria a Matterella di Ferentillo dove lo stesso Gigli affresco’ l’altare di San Tommaso con Apostoli e la Madonna. Altro dipinto e quello del Rosario con la Madonna i Santi Rosarianti angeli e i due committenti. Nel 1690, questa  chiesa fu unita dal Pallavicini, alla Pieve castellana. Gia’ all’epoca aveva tre altari dedicati alla Madonna, al Santo Rosario di juspatronato della Comunita’ e ai Santi Cosma e Damiano.
Santa Maria delle Grazie, incoronazione della Vergine di Don Piermatteo Gigli
Insomma uno spaccato di storia, un connubio di arte e ambiente incontaminato lungo le sponde del grande Nera.

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