PERUGIA – Quando un titolo è già tutto un programma: “Quell’appuntamento senza fine”. Se poi ci aggiungiamo “di Gino e Ornella” il gioco è fatto. Domenica 26 gennaio all’Auditorium San Francesco al Prato di Perugia alle ore 18, ci sarà di che rivivere emozioni e pezzi della nostra stessa vita grazie a canzoni che fanno parte della storia della musica italiana, di due personaggi infiniti, quali Ornella Vanoni e Gino Paoli. A ideare, progettare, realizzare questo particolarissimo spettacolo, assieme allo scrittore e autore televisivo Sabino Morra, è Paolo Notari. Giornalista Rai, inviato di Uno Mattina, conduttore radiofonico, autore, ha una passione nata da giovanissimo e mai abbandonata: il canto. Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con lui.
– Da dove parte questo suo progetto?
Dalle esperienze che ho fatto nella vita. Dal Festival di Castrocaro che vinsi nel 1981 e poi dalla vittoria al Cantagiro dell’84. Poi, per una strana coincidenza di cose, ho iniziato a lavorare nelle radio e tv libere ed è cominciata la mia attività giornalistica che mi ha portato a a fare il conduttore e inviato di Uno Mattina e di altri programmi del day time Rai quali La Vita in diretta, Sereno Variabile, Agorà. Però… questa malattia, questo virus della canzone mi è rimasto sempre addosso.
– Il passo verso Paoli e la Vanoni quando è avvenuto?
Devo dire che conosco da tempo Gino Paoli, l’ho intervistato più volte, così come Ornella. Poi ho messo insieme il fatto che entrambi avrebbero compiuto 90 anni lo stesso, anno, nel 2024, e a distanza di un giorno l’uno dall’altro, il 22 e il 23 settembre. Infine ho pensato al loro repertorio pazzesco che hanno anche cantato insieme. Da qui l’idea di scrivere uno spettacolo fatto di un repertorio raffinato, interessante, bello ma che è anche estremamente popolare, ancora più di quello di Battisti o di Battiato e di tanti altri big della canzone italiana.
– Ci porta dentro lo spettacolo? Oltre a lei, che sarà anche voce narrante, ci saranno musica live e una cantante…
Certamente. La voce meravigliosa è quella di Valeria Visconti che ha fatto tre Festival di Sanremo arrivando anche quinta nel 1995. Poi però lei ha interrotto la carriera di cantante e adesso insegna canto e musica nelle scuole. L’ho riportata sul palcoscenico per fare questo spettacolo. Poi ci sono cinque musicisti pazzeschi: Mimmo Scaricamazza (chitarre), Roberto Fabietti (basso), Marco Lorenzetti (batteria), Davide Caprari (pianoforte e tastiere), Benvenuto Mezzanotte (sax). La regia è di Sabino Morra.
Lo spettacolo, in sostanza, esplora in musica le vicende, le curiosità della vita di due grandi artisti, Gino Paoli e Ornella Vanoni, legati ad un periodo storico che ha segnato tanti momenti importanti nella musica popolare italiana.
– Lei, Vanoni e Paoli in Umbria avete del resto vissuto un momento importante al Lyrick di Assisi. Era il 2012. Se lo ricorda?
Eccome se me lo ricordo e domenica sera, a Perugia, ha fatto bene a rammentarmelo, lo racconterò anche al pubblico. Dovevamo registrare un album e cercavamo un teatro tra l’Umbria e le Marche che fosse adatto ad accogliere anche l’orchestra di trenta elementi, ricordo che a dirigerla era il maestro De Amicis. Doveva essere un doppio album live che contemplasse anche un video. Insomma, una produzione complessa. Così decisi di rivolgermi al mio amico Paolo Cardinali che ha provveduto a tutto nel migliore dei modi. Sono stati cinque giorni intensi dal punto di vista lavorativo e anche molto piacevoli sotto l’aspetto umano. Posso dire che proprio al Lyrick, poi, debuttò il tour di Paoli e Vanoni, uno di quelli memorabili al pari di quello dell’85. Un grande successo.
– Possiamo anticipare qualcosa della scaletta che verrà proposta?
Ci sono canzoni di noi tutti, da Sapore di sale a il Cielo in una stanza… Parlerei di una sorta di karaoke dove il coinvolgimento del pubblico è totale e inevitabile.
– Inevitabile?
Il repertorio è talmente noto e appartiene così profondamente a tutti, che basta dire il titolo della canzone, accennare una nota ed ecco che parte il coro; la mia soggezione a cantare un pezzo di storia della musica italiana, così, si stempera e intoniamo tutti insieme, per di più con una band di musicisti straordinari e con tutto il pubblico che partecipa. Abbiamo preferito procedere proponendo brani molto conosciuti, diciamo che ci è piaciuto vincere facile… Si tratta, come dicevo, di canzoni tra le più famose alle quali ho voluto aggiungere un breve set dedicato alla musica brasiliana che ha segnato un periodo fertile della carriera di Ornella Vanoni. Una sottolineatura che ci è parsa interessante e stimolante.
– Come ha risposto il pubblico a questo spettacolo?
La premessa è che abbiamo fatto una decina di date in teatri che vanno dai trecento ai cinquecento posti e abbiamo sempre fatto ottimi numeri riempiendo dappertutto.
– Lei ha avuto modo di vedere l’Auditorium San Francesco al Prato?
Sì, una ventina di giorni fa e sono rimasto letteralmente stregato dalla sua millenaria storia illuminata da vetrate imponenti, dall’eleganza del luogo che rispetta la sacralità del posto. Potrei tranquillamente dire che, non so esattamente quanto possa venire il biglietto del nostro spettacolo, ma che già la location meriterebbe di per sé il costo del ticket.
– Ultima domanda, inevitabile quanto scontata: la canzone che le piace più cantare di tutto lo spettacolo?
Quella che più mi piace è quella che chiude lo spettacolo che è “Ti lascio una canzone”. Valeria aul palco mi chiede: “Gino, adesso che hai 90 anni che lasci al pubblico?”.
E io intono: ti lascio una canzone da cantare se avrai fame, ti lascio una canzone da bere se avrai sete”.