TERNI – Lo scorso 12 marzo alla Casa delle Donne, ha inaugurato PandemicA, la mostra fotografica che racconta le donne durante la pandemia. Un progetto nato sul web verso la fine del lockdown che ha coinvolto venti fotografe che hanno realizzato cinquanta ritratti femminili. Si tratta di un racconto corale per immagini, dove accanto a ogni scatto c’è una testimonianza che si può anche ascoltare grazie a un QR Code. Delicato, intenso e intimo, questo lavoro sulle donne presenta uno spaccato della situazione femminile alle prese con le profonde trasformazioni dell’ultimo periodo. Dai primi passi online, oggi finalmente, la mostra è visibile per intero e ha un suo catalogo edito da Umbria Volontariato Edizioni.
Ne parliamo con Irene Loesch della Casa delle Donne, fra le coordinatrici del progetto.
Come nasce PandemicA?
Nasce da un’idea di Giuditta Pellegrini, fotografa e giornalista di Terni che vive a Bologna. Durante il lockdown la Casa ha promosso molti incontri online, in uno di questi Giuditta ha proposto di fare una call rivolta a fotografe. Inizialmente le fotografe si sono autoritratte e poi hanno cominciato a cercare altre donne da fotografare. Sono arrivate adesioni da tutta Italia. Quegli scatti sono stati pubblicati sui canali social e visto che le foto sono di qualità, abbiamo pensato di portarli fuori. Prima presentando uno slide show a Bologna nel 2020, poi c’è stata Narni. Da lì ci siamo messe a cercare fondi per realizzare una mostra e un catalogo e ci siamo riuscite.
Che ruolo ha la Casa delle Donne in questo progetto?
La Casa delle Donne ha partecipato in pieno alla realizzazione di PandemicA, facendo da amplificatore e coinvolgendo una serie di professionalità della Casa che fanno parte del nostro gruppo attivo di donne. Sono molto orgogliosa di questo pool.
Che cosa è emerso da questo lavoro relativamente alla situazione delle donne in pandemia?
Sono emerse tante situazioni, è un mosaico. La pandemia ha caricato ulteriormente le donne – i figli in casa, la dad – sono emerse le difficoltà, per molte c’è stata la paura di perdere il lavoro. Ho notato una volontà di cercarsi di più, soprattutto tra le donne che non hanno figli.
Che riscontro state avendo con la mostra?
L’inaugurazione è andata benissimo, sono venute molte persone, è stata la prima vera riapertura. Noi siamo state sorprese e al momento stiamo organizzando gruppi per far visitare la mostra.
Ci sono altri progetti con questo lavoro?
Prevediamo una circuitazione; sicuramente andremo a Torino, al Salone del Libro e anche a Bologna poi abbiamo preso contatti con Ferrara e Rimini.
PandemicA resterà aperta fino al 12 maggio. Può essere visitata il lunedì e il mercoledì dalla 16 alle 19 e il giovedì e il venerdì dalle 9 alle 12. La mostra può essere inoltre visitata venerdì 08 aprile dalle ore 18 alle ore 20 e venerdì 22 aprile dalle ore 17:30 alle ore 19:30.
Sara Costanzi