Osservatorio Siae, il dramma che ha colpito lo spettacolo dal vivo: eventi crollati del 70% in un anno

Il paroliere Mogol nel carcere di Opera in una foto d'archivio del 19 giugno 2009. DANIEL DAL ZENNARO/ANSA /DC

Iniziamo dai dati. Impietosi. Sono dell’Osservatorio dello Spettacolo Siae e riguardano tutto il 2020. Eventi diminuiti del 69,29%, ingressi crollati del 72,9%, calo vertiginoso dell’82% della spesa del pubblico e del 77,58% di quella al botteghino.

Di fatto da marzo 2020 sono stati chiusi al pubblico tutti i luoghi della cultura e annullati gli spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli teatrali e cinematografici. Solo a partire da maggio sono stati riaperti, a determinate condizioni, i musei e gli altri luoghi della cultura e da giugno è stato possibile lo svolgimento di spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, cinema e in altri spazi, sebbene con una diminuzione della capienza massima.

In tutto il 2020 le cosiddette “giornate attive” dello spettacolo dal vivo sono diminuite del 67%.

Durante la ripresa estiva dal 15 giugno al 25 ottobre il numero di giornate è pari al 51,9% dello stesso periodo dello scorso anno, segnale che non tutte le attività hanno riaperto dopo il lockdown: nel 2020 sono stati solo 46.724 i locali che hanno organizzato almeno un evento a fronte dei 94.687 del 2019.

Nonostante ciò, le riaperture del periodo estivo hanno fatto registrare una repentina risposta in termini di offerta con un picco massimo degli ingressi nel mese di agosto (6.837.576).

“La crisi epocale determinata dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure per contrastarla sta facendo pagare un prezzo altissimo al settore dello spettacolo, di cui fanno parte quei creatori di felicità per la nostra collettività – ha dichiarato il presidente Siae Giulio Rapetti Mogol (nella foto di copertina) – La diffusione della cultura è essenziale non solo per l’economia italiana ma per la stessa qualità della vita e per questo rappresenta qualcosa di più di uno dei tanti settori da salvare nell’attuale situazione”.

Nello specifico il cinema ha registrato una diminuzione del 70,86% degli ingressi e, parallelamente, un calo della spesa al botteghino del 71,55%.

Andamento analogo per le cifre dell’attività teatrale che ha perso il 70,71% degli ingressi rispetto al 2019 e ha riportato una riduzione del 78,45% della spesa al botteghino.

La musica: per quanto riguarda i concerti la contrazione rispetto al 2019 è stata dell’83,19% degli ingressi a cui corrisponde un crollo dell’89,32% della spesa al botteghino.

Crisi profonda anche per le attività di ballo. Nel 2020 gli ingressi si sono ridotti del 78,53% rispetto al 2019 con la spesa al botteghino che è diminuita del 78,03%.

Foto di copertina: gds.it

Redazione Vivo Umbria: