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Ospedale di Perugia: chiesti tamponi ai dipendenti, chiusura dei servizi non essenziali e sanificazione dei locali

PERUGIA – Stamattina, venerdì 20 marzo, incontro tra la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) dell’Azienda ospedaliera di Perugia, il commissario straordinario Antonio Onnis e il direttore sanitario Simona Bianchi. A seguito della riunione il coordinatore della Rsu Claudio Capanni ha avanzato delle misure e delle proposte per arginare il diffondersi del virus Covid-19 nell’azienda. “Chiediamo – ha annunciato Capanni – che vengano eseguiti tamponi ai dipendenti, al fine di prevenire eventuali contagi e così da restituire, in caso di esito negativo, serenità e tranquillità; diversamente si tratta valutare l’ipotesi di organizzare e offrire ai soggetti sospettati di essere venuti a contatto con persone già contagiate, una domiciliazione ospedaliera ai dipendenti, almeno per la quarantena dei quattro giorni prevista, così da prevenire potenziali contagi verso le rispettive famiglie”. “È necessario – aggiunge Capanni – valutare la possibilità della chiusura totale dei servizi non essenziali all’utenza, assicurando solo l’emergenza o, in alternativa, una stretta sugli accessi, fornendo il personale preposto di termometri laser per la rilevazione istantanea della temperatura corporea. Chiediamo, inoltre, di conoscere la linea che la Direzione intenderà adottare in materia di legge 104 e Congedo parentale”. Tra le proposte avanzate dalla Rsu c’è poi quella di una sanificazione dei parcheggi ancora non trattati e una sanificazione quotidiana degli spogliatoi, delle officine e degli uffici e, contemporaneamente, di fornire gli stessi di prodotti igienizzanti. “Vogliamo, infine – conclude Capanni –, conoscere le procedure previste per il trasporto delle salme con Covid 19, in relazione al percorso che devono effettuare dalla struttura dove avviene il decesso sino all’obitorio”.

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