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Orvieto, Vinicio Marchioni chiude la stagione del Mancinelli

ORVIETO – Sarà Vinicio Marchioni con “La più lunga ora. Ricordi di Dino Campana” a chiudere domenica 28 aprile alle ore 18 la Stagione del Mancinelli di Orvieto. Marchioni che ha scritto, dirige e interpretato la pièce è accompagnato in scena da Milena Mancini e dalle musiche originali del polistrumentista Ruben Rigillo che suona dal vivo. 

La messinscena è dedicata alla figura di Dino Campana; che le note di regia definiscono “letterato, poeta sui generis, un pazzo, un viaggiatore, un manesco, un uomo che ha fatto mille mestieri. Nella sua “lunga ora”, il poeta ripercorre la propria vita dalle origini: la sua famiglia, il suo paese, il suo amore. In scena il racconto dell’esistenza straordinaria e grottesca, tra realtà e mitologia, di uno dei più grandi e controversi poeti italiani, tanto ispirato quanto tormentato”.
Vinicio Marchioni, conosciuto per il ruolo del Freddo nella serie tv Romanzo Criminale, dà voce a Dino Campana ripercorrendo il sofferto percorso interiore del poeta, attraverso un flusso di ricordi narrati in prima persona.
Canti Orfici, la sua unica composizione poetica, hanno illuminato la letteratura europea del Novecento.Canti Orfici che Campana ha riscritto a memoria, sforzo che ha definitivamente piegato il suo già precario equilibrio mentale, dopo che due editori di Firenze avevano perduto il manoscritto originale. Dino Campana conclude la sua esistenza nel manicomio di Castelpulci a Scandicci nel 1932, dopo quattordici anni di internamento. Cosa fa un Poeta, un viaggiatore, un malato di schizofrenia o più semplicemente un uomo che ha vissuto e scritto come Dino Campana, in un manicomio per quattordici anni? Come fa un uomo a sopravvivere a se stesso e alla propria esistenza rinchiuso in un manicomio per quattordici anni? “Essere è essere percepiti” scriveva Beckett. Si vive attraverso lo sguardo degli altri, e quando gli altri non ci guardano più si ha solo la possibilità di raccontare la propria storia, a se stessi, per assicurarsi, o illudersi, che quella storia sia esistita realmente.
Non certo uno spettacolo di ricordi intellettuali o aneddotici quindi, ma uno spettacolo-concerto per voci e musica attraverso il cuore di Campana mentre cerca di ridirsi la vita, di ri-viverla, di ri-metterla in scena per non perdere la memoria di se stesso. Come a memoria ha riscritto il suo lavoro perché “se lo riscrivevo potevo esistere”. Dalla sua memoria emerge anche la figura di Sibilla Aleramo, poetessa, donna della vita altrettanto burrascosa e drammatica. Emergono i suoi ricordi personali di donna intrecciati a quelli dell’amato Dino. Per scoprire che non c’è nulla che possa far morire l’istinto alla poesia in ognuno di noi. Per provare a dire, come Campana, che solo la poesia salverà il mondo.
Un prezioso invito a non sottovalutare il potere della suggestione e ancor meno l’importanza dell’espressione artistica come unica salvezza possibile.
Info: www.teatromancinelli.com   biglietteria@teatromancinelli.it  0763.340493
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