PERUGIA – La musica può affascinare, distrarre, commuovere, ricordare, lenire, urlare, raccontare, persino parlare di pace e farlo con un linguaggio universalmente comprensibile e, per questo, ineludibile. E’ il senso del Concerto di Pasqua che prenderà vita nel Duomo di Orvieto il 9 aprile e che il Venerdì Santo entrerà nelle nostre case trasmesso da Rai Uno al termine della Via Crucis: un momento che è un credo, certamente, ma che per la sua valenza simbolica trascende dall’appartenenza religiosa e diventa laicamente di tutti e a tutti comprensibile.
A dare vita a questo evento sono ancora una volta la determinazione e la passione di Laura Musella, direttore artistico del progetto Omaggio all’Umbria, che questo messaggio al tempo stesso di condanna della guerra e di speranza per un futuro che possa ridare armonia fra i popoli, lo ha lanciato già una prima volta il 3 aprile scorso. L’occasione è stata quella del Concerto al Quirinale.
Ora lo rinnova con il tradizionale ma non convenzionale Concerto di Pasqua che Musella ha è presentato ieri in conferenza stampa a Palazzo Donini, a Perugia, presenti la governatrice dell’Umbria Donatella Tesei e Andrea Taddei presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto.
Intervista a Laura Musella, direttore artistico di Omaggio all’Umbria, organizzatrice del Concerto di Pasqua per la Pace dal Duomo di Orvieto che verrà trasmesso da Rai Uno dopo la Via Crucis
“La Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale – ha detto Musella – ha risuonato delle note dei violini di Ksenia Milas, russa, e di Oleksandr Semchuk, ucraino, uniti nella vita in matrimonio e che hanno suonato insieme simbolicamente saldando in un unico inno alla pace popoli in guerra ora drammaticamente divisi. Il 9 aprile a Orvieto saranno l’Orchestra e Coro del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e il direttore Mark Philip Elder a incarnare e ribadire questo messaggio. Infatti a chiudere il concerto sarà la Missa in tempore belli (Paukenmesse) in do maggiore di Franz Joseph Haydn che venne eseguita per la prima volta il 26 dicembre del 1796 nel pieno degli scontri tra Francia e Austria nella Germania meridionale. Squilli di trombe, fanfare, rulli di timpani rievocano quel clima bellicoso conferendo alla composizione un’alta drammaticità ed emotività accresciuta dalle voci di Lenneke Ruiten soprano, Marie Claude Chappuis mezzosoprano, Matthew Seinsen tenore, Alessandro Luongo baritono. Sempre di Haydn verrà anche eseguito il Preludio dell’opera Creazione per sola orchestra: mentre di Mozart Ah, lo previdi Ah t’involo ai miei occhi K.272 per soprano e orchestra. La musica, universalmente, sa farsi ascoltare dai popoli. Da Orvieto s’innalzerà un inno di pace”.
La governatrice Donatella Tesei ha espresso la sua totale adesione a questo momento così simbolicamente importante ribadendo l’alto valore che iniziative come questa hanno. Il presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto, Andrea Taddei, si è detto onorato di ospitare un concerto di alto spessore artistico e ricco di elevati contenuti.
A chiudere la conferenza stampa Libertango di Astor Piazzolla suonato dal vivo da Sandro Paradisi e Juri Pecci dell’ensemble Fidelio (nella foto sopra): note evocative anch’esse.
E’ proprio vero, l’eco della musica può essere davvero potente.