Potremmo dire che soprattutto di questi tempi dovremmo far indossare la mascherina anche al nostro computer. La riflessione viene da questa indagine Wiko, brand franco-cinese di telefonia, redatta con Kaspersky, azienda di sicurezza informatica a livello globale. Lo scopo: sensibilizzare aziende e utenti sulla di proteggersi dai virus informatici.
Ecco il vademecum essenziale in sintesi
- Se siete in smart working, fate in modo che la vostra azienda utilizzi una soluzione di sicurezza affidabile e sempre aggiornata su tutti i dispositivi. Se invece vi affidate a un budget ridotto o dovete proteggere i vostri device personali, installate almeno un antivirus gratuito, che possa ridurre i rischi di infezione da malware.
- Aggiornate periodicamente i programmi e il sistema operativo installati sui vostri smartphone. Le versioni più recenti dei programmi risolvono le vulnerabilità delle applicazioni e mantengono la vostra sicurezza al passo con le nuove minacce sofisticate.
- Anche se siete a casa, bloccate sempre il vostro dispositivo prima di allontanarvi. Proteggete il vostro smartphone con codici di accesso e password, possibilmente di almeno 12 caratteri e diverse per ogni servizio e non condividetelo con nessuno. Non si sa mai cosa possono cliccare a caso i bambini che vogliono giocare con il vostro cellulare. Se avete la memoria corta, un password manager può rendervi la vita più facile.
- Tenete gli occhi sempre ben aperti. Con la diffusione dell’epidemia da Coronavirus e una presenza massiccia di notizie a tema, le truffe digitali via e-mail o sui social riescono a sembrare sempre più convincenti. È quindi sempre importante:
- Verificare l’esistenza del mittente. Sarà sufficiente una ricerca online: se non trovate informazioni lasciate perdere.
- In caso di messaggi aziendali, controllare sempre che il messaggio sia legittimo con il proprio datore di lavoro o con i colleghi.
- Diffidare delle e-mail che contengono dei link: se il collegamento non reindirizza a una risorsa affidabile, meglio ignorarlo.
“Tra remote working, videochiamate a parenti e amici e fruizione di giochi, video ed episodi online, la nostra giornata – spiega l’indagine – è un salto tra lo smartphone e il pc, un po’ per tutti, indipendentemente dall’età. Lo smart working, soprattutto, è diventato “pane quotidiano” per tantissimi, aziende e dipendenti, che non l’avevano mai adottato prima. E se da un lato è vero che il lavoro da casa garantisce un aumento della produttività del 15% perché i lavoratori sono più liberi, coinvolti e digitalizzati, d’altro lato aumentano anche i rischi dal punto di vista della cybersecurity. Se in ufficio, infatti, le aziende possono proteggere adeguatamente reti e dispositivi, nelle nostre case è più complicato configurare una sicurezza ottimale. È quindi fondamentale, all’interno di questo panorama, che tutti abbiano gli strumenti per tutelare la propria vita digitale dai pericoli insiti nella rete e questo non riguarda solo i PC ma sempre più anche gli smartphone, strumenti essenziali per il lavoro in mobilità”.