CITTA’ DI CASTELLO – Giovedì 1 dicembre alle ore 16, nella Sala 43 della Biblioteca comunale Giosuè Carducci di Città di Castello si terrà l’incontro “Da Persepoli a Raffaello, dall’antica Persia a Roma rinascimentale aspettando l’anno di Signorelli. La diagnostica come strumento di ricerca“, organizzato dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali (LabDia) che ha come obiettivo la ricerca sulla materia delle opere d’arte di ogni tipologia, finalizzata a sempre nuove conoscenze, funzionali alla tutela e allo studio dei Maestri che le realizzarono. E’ un’associazione tra ministero della Cultura, Regione Umbria, Comune di Spoleto e Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia con il quale, in particolare, intercorre una costante collaborazione, così come con altri prestigiosi centri di ricerca italiani. L’incontro gode della collaborazione del Comune di Città di Castello.
DI COSA SI PARLERA’
La questione generale riguarda l’approfondimento di come la diagnostica sia oggi uno degli strumenti fondamentali per la ricerca e lo studio delle opere d’arte a tutto campo, che può portare a sorprese imprevedibili.
Al centro dell’incontro i risultati del progetto “From palace to town 2008-2022”, una collaborazione tra Italia ed Iran sugli scavi archeologici nell’area dell’antica Persepoli ad opera di Pierfrancesco Callieri, ordinario dell’Università degli Studi di Bologna. L’antica Persepoli, capitale dell’impero Achemenide di Dario I, è collocata nella provincia di Fars nel sud dell’Iran vicino alla città di Shiraz. Da questi scavi sono stati rinvenuti molti oggetti artigianali in metallo, vetro, pietra e ceramica nonché forni che indicano la presenza di una produzione di oggetti di artigianato direttamente nell’antica Persepoli. Grazie alle indagini diagnostiche effettuate da Maria Letizia Amadori dell’Università di Urbino, in prossimità dei forni, sono stati rivenuti pellet di pigmenti grezzi, tra cui il blu egizio, ritrovato poi come decorazione anche nelle colonne dei palazzi più importanti dell’antica città
Altro tema, quello dell’eccezionale rinvenimento nel 2020 ad opera del LabDia del “blu egizio”, utilizzato da Raffaello nel 1512 a Villa Farnesina a Roma nel Trionfo di Galatea. Eccezionale perché si tratta del primo pigmento di sintesi della storia, prodotto artificialmente dagli Egizi intorno al 3.100 a.C. e poi riproposto da Raffaello, grazie ad un brano del trattato De Architectura di Vitruvio che ne aveva illustrato il procedimento di realizzazione.
I PROTAGONISTI
I saluti istituzionali saranno portati da Luca Secondi, sindaco del Comune di Città di Castello – Alceo Macchioni, direttore del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologia dell’Università degli Studi di Perugia – Giuseppe Lacava, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria – Marina Balsamo, presidente del Consiglio di Amministrazione del LabDia di Spoleto.
A seguire, con la conduzione della giornalista e presidente di AGA (Associazione Giornalisti Attivi) Anna Lia Sabelli Fioretti, prenderanno la parola: Vittoria Garibaldi, Storico dell’arte e Direttore scientifico del LabDia di Spoleto, che parlerà della recente attività del Laboratorio di Diagnostica e di quanto fatto sul Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, di cui nel 2023 si celebra il V centenario dalla morte; Pierfrancesco Callieri, Professore ordinario dell’Università di Bologna che parlerà dei risultati del progetto di scavi archeologici condotti in Iran; Maria Letizia Amadori, Ricercatore dell’Università degli Studi di Urbino, che parlerà dei risultati delle indagini diagnostiche condotte a Persepoli dove in prossimità dei forni, sono stati rivenuti pellet di pigmenti grezzi, tra cui il blu egizio; Giovanni Luca Delogu, Funzionario Storico dell’Arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, che parlerà del Trionfo di Galatea di Raffaello; Manuela Vagnini, Chimico del LabDia, racconterà il percorso che ha portato il gruppo di lavoro composto da LabDia, ENEA, IRET-CNR e XGLAB-Bruker, al rinvenimento del “blu egizio” a Roma con un intervento dal titolo “La tavolozza di Raffaello nel Trionfo di Galatea; Michela Azzarelli, Conservatore del LabDia, illustrerà le indagini diagnostiche condotte a scopo conoscitivo sul Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli.
Concluderà l’incontro Michela Botteghi, assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello.
APPROFONDIMENTI
Manuela Vagnini mostrerà i risultati della campagna di analisi non invasive condotte nel 2020 dal LabDia – in collaborazione con ENEA, IRET-CNR e XGLAB-Bruker – sull’affresco raffigurante il “Trionfo di Galatea”, dipinto nel 1512 da Raffaello a Roma nella Sala di Galatea a Villa Farnesina, sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
L’Accademia ha coinvolto il Laboratorio di Spoleto in considerazione della decennale esperienza dei suoi tecnici e della disponibilità delle più aggiornate strumentazioni diagnostiche portatili e non invasive, in occasione della mostra per il V centenario dalla morte di Raffaello, che si è tenuta alla Farnesina tra ottobre 2020 e gennaio 2021.
La campagna ha portato alla scoperta dell’utilizzo da parte di Raffaello del primo blu artificiale della storia dell’arte, il primo pigmento in assoluto di origine non naturale, la cui preparazione sembra collocarsi in Egitto intorno al 3.100 a. C e che risulta costituito da un silicato misto di calce e rame. L’uso del “blu egizio” è stato individuato in tutto il cielo, il mare e persino negli occhi di Galatea.
L’attività di studio a cui hanno partecipato Michela Azzarelli e Manuela Vagnini per il LabDia, Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara Anselmi (IRET-CNR), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker), è stata coordinata daAntonio Sgamellotti, socio dei Lincei e Professore emerito di Chimica Inorganica dell’Università degli Studi di Perugia.
Vittoria Garibaldi, in previsione degli eventi previsti per il V centenario della morte di Luca Signorelli avvenuta nel 2023, Vittoria Garibaldi intratterrà su una delle opere più rappresentative del maestro, il Martirio di San Sebastiano dipinto per la chiesa di San Domenico e oggi nella Pinacoteca comunale di Città di Castello, sul quale sono state seguite indagini diagnostiche conoscitive.