PERUGIA – Certezze sul futuro dell’Agenzia Forestale dell’Umbria, sia in termini di risorse economiche, sia di personale: è quanto hanno chiesto i dipendenti che si sono ritrovati in Piazza Italia per protestare. La protesta si è svolta la scorsa settimana nella giornata di martedì.
Sul piatto, ci sono le mancate assunzioni, a fronte di pensionamenti che, invece, procedono, determinando difficoltà a coprire i servizi sul territorio.
“Servono almeno 50 nuovi dipendenti – hanno detto i lavoratori – perché l’Agenzia deve occuparsi del verde pubblico, della cura boschi, di prevenzione del rischio idrogeologico. Considerando che attualmente l’età media dei dipendenti è di 60 anni, serve un ricambio anche generazionale. In questo momento, saremmo in piena operatività nella manutenzione del verde, ma occorrono unità in più per svolgere l’attività quotidiana. Anche il parco mezzi è da rinnovare. Infine, c’è incertezza anche sull’accordo Adisu, per il servizio di portierato svolto da una sessantina di lavoratori Afor, che andrebbe rinnovato entro giugno prossimo: chiediamo che venga firmata una nuova convenzione per almeno 3 anni”.
“Ci stiamo battendo – ha detto Michele Greco, segretario generale Flai Cgil Umbria – per una serie di obiettivi: rafforzare l’Agenzia forestale attraverso investimenti economici e di personale, redigere un piano di investimenti anche per il rinnovo dei mezzi, scongiurare l’eventuale privatizzazione di una parte dell’Agenzia, rinnovare il contratto con Adisu”.
Durante la pausa dell’Assemblea Legislativa di Palazzo Cesaroni, i rappresentati sindacali dei lavoratori dell’Afor sono stati ricevuti dai consiglieri regionali, fra cui il presidente Marco Squarta e la vicepresidente, Simona Meloni, e dall’assessore all’agricoltura, Roberto Morroni. Quest’ultimo ha sottolineato come “la questione presenti molteplici criticità, su cui stiamo comunque lavorando con la ferma volontà di trovare concrete soluzioni”.
Naighi