Nella chiesa di San Francesco a Terni risplende il Giudizio universale di Bartolomeo Di Tommaso

TERNI – La chiesa di San Francesco, uno dei principali gioielli altomedievali nel cuore della città, annovera una vera e propria galleria d’arte dove, tra vari artisti,  il pittore quattrocentesco Bartolomeo Di Tommaso si è cimentato nella realizzazione di una rappresentazione suggestiva e straordinaria del “giudizio universale” e la “seconda venuta del Cristo”. Prima di immergerci nella descrizione dei dipinti, è bene svelare alcune notizie a riguardo dell’edificio. Risale alla seconda metà del XIII secolo. Presumibilmente 1265 -1288 su uno stanziamento francescano eretto dallo stesso poverello di Assisi attorno al 1218. Interessante la Cappella di Sant’Antonio con l’immagine del Santo del 1400, gli stucchi dei fratelli Grimani di Stroncone e affreschi del XVII secolo attribuiti a Giacomo Giorgetti di Assisi; anche la cappella della Croce Santa del 1575 con opera di Sebastiano Flori allievo del Vasari. La cappella Paradisi è quella che interessa in modo particolare in quanto rappresenta un momento critico e importante per la storia dell’arte in un periodo in cui l’Umbria è sicuramente fucina di nuovi talenti artistici. E su questi artisti cade lo sguardo e interesse di famiglie benestanti, nobili blasonate come quella dei Paradisi. Essi vollero che la loro cappella in San Francesco, fosse affrescata con un qualcosa di forte e duraturo. Ed ecco che, conoscendo la bravura e la destrezza di pennello del pittore Bartolomeo di Tommaso gli  commissionano il lavoro.

Bartolomeo quindi realizza il giudizio universale: inferno, purgatorio, la discesa di Cristo negli inferi; Madonna, gli apostoli e diversi Santi. Nel sottarco sono raffigurati i Profeti; nella parete principale in basso lo stemma della famiglia Paradisi ripetuti due volte. I dipinti, di recente restaurati  risentono dello stile senese e della scuola marchigiana, dove Bartolomeo si formò e perfezionò a seguito di valenti pittori tra i quali il Sassetta. Influenzato dallo stile inconfondibile di Pierantonio Mezzastris, legato a Foligno, ne sposò la sorella. Un buon impianto di illuminazione permette al turista di ammirare e perdersi in questo stupendo scenario di arte e spiritualità. Al centro in una apposita bacheca sono in esposizione alcuni reliquiari in lamina dorata e in argento facente parte del tesoro della chiesa.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.