TERNI – Into Her Dream – 13 Icons è il titolo della mostra di Simona Chipi che ha inaugurato ieri a Terni, presso i locali della BCT in piazza della Repubblica. Entrando si viene accolti dai volti e dai corpi di una serie di donne, che si lasciano osservare mentre osservano, evocando mondi. I soggetti, tutti femminili, ruotano intorno al numero 13, il fil rouge che percorre tutta la produzione. Un numero da sempre evitato e scongiurato perché simbolo della fine, della morte, il numero dell’esclusione dove Chipi incorpora quella femminilità che tradizionalmente è stata messa in ombra. Da Maria Magdala a Eva. Dalla tredicesima apostola, forse dipinta da Leonardo, nascosta, negata, cancellata a Eva, l’incarnazione dell’armonia perduta.
“Una scelta monotematica” racconta Pichi “intorno al numero 13, che rappresenta quel femminile nascosto cui vuole restituire visibilità”. Opere che danno volti e corpi a quella negazione, in cui i soggetti diventano icone. Un femminile ancestrale, che torna alla sua dimensione archetipica e naturale, legata indissolubilmente alla Madre Terra. Il femminile che partendo da esclusione e negazione, qui si ritrova e afferma la sua presenza, colorata, seducente: un richiamo imprescindibile alla bellezza delle donne, da sempre. La luce sconfigge quell’ombra e il 13, finalmente trionfa e si afferma come unità che realizza la sintesi tra pari e dispari, insieme dell’uno, il principio, e del tre, il numero perfetto.
Quello di Chipi è un processo creativo in tre fasi che parte dal digitale, che si presta bene alle modifiche, per poi essere stampato su tela dove l’artista interviene con paste materiche per restituire tutta l’energia della luce “che è forza, è proiezione verso il futuro”. In esposizione ci sono anche alcune opere NFT (Non-Fungible Token) pubblicate su Open Sea, piattaforma internazionale di critpto arte.
La mostra resterà aperta e visitabile fino a domenica 12 marzo dalle 16.00 alle 19:30.
Simona Chipi è tornata a vivere in Umbria dopo anni di attività giornalistica in Italia e all’estero, professione che ha sempre influenzato l’impegno artistico. Nei suoi lavori l’urgenza di narrare la contemporaneità si mescola ad una poetica immaginifica che resta separata dal reale, in un universo ideale abitato solo dalle donne.
Negli ultimi anni attratta dalle suggestioni del digitale, ha trasferito il suo lavoro in questa nuova dimensione dove tele e collage diventano le “matrici” di un’azione che si sviluppa con gli NFT, sotto forma di video clip, e la stampa digitale su materiali industriali e inserti luminosi.