Nasce il Deu (Dipartimento elettronico umbro), tra i boschi e le montagne dell’Umbria batte un cuore elettronico

TERNI – Nasce il DEU – Dipartimento Elettronica Umbro, sigla sotto cui si raccoglie il collettivo e l’agenzia di booking che profuma di casa ma che guarda alla platea italiana ed europea.

Il DEU propone il meglio della scena elettronica umbra, scelto tra le molteplici proposte che il territorio ha da offrire.

Mi siedo con Marco Testa e Giovanni Natalini, gli artefici del collettivo DEU.

Come nasce l’idea?

Nasce dall’esigenza di trovare un collettivo ed un booking “amico”. L’idea è maturata col tempo, anche come risposta alle nostre singole esperienze con i management precedenti, con la gestione dei nostri progetti artistici da parte di terze persone, avendo riscontrato comportamenti spiacevoli che si sono ripetuti nel tempo. Progetti che non riuscivano ad avere quella forza esterna, di popolarità che trascinava il disegno artistico.

Non a caso i release che abbiamo fatto negli anni sono stati frutto in gran parte delle nostre forze.

Abbiamo preso le mosse dalla Metradora Booking di Giovanni “GIangi” Natalini, agenzia attiva sin dal 2006 che ha raccolto negli anni un ampio spettro di generi musicali dalla scena indipendente e alternativa e che in passato ha seguito molti eventi nel territorio.

In seguito è nata l’idea di creare un booking umbro esclusivo di sola musica elettronica dal vivo.

Si tratta di un booking che si specializzerà sulla musica elettronica umbra. La particolarità e la forza del progetto direi che sta proprio nell’esclusività del prodotto che offriamo.

DEU esprime la proposta di Metradora in uno specifico campo, quello dell’elettronica con una forte vocazione live e lo fa in più adattandosi ad una connotazione geografica ben precisa: l’Umbria.

Una regione di per sé associata alle sue bellezze naturali e storiche, ma che nasconde un’anima moderna e attenta ai fenomeni e alle tendenze musicali più sperimentali.

Giorni fa abbiamo attivato anche i social. Parte ora anche il lavoro del nostro terzo “acquisto” che è Matteo Paloni, il nostro tour manager. Il frontman del Deu sarà lui, che gestirà tutta la parte della comunicazione, i contatti con i locali e seguire gli artisti in tour.

Per noi è una persona validissima, dal punto di vista umano e professionale. Ci serviva una persona che fosse in grado di usare bene la sua dialettica nei rapporti con gli altri (anche quelli in nostra rappresentanza), e di certo non potevamo essere noi a ricoprire quel ruolo. Quello che gli artisti devono capire è che non possono essere in grado di gestire le proprie date.

Purtroppo spesso accade che in quanto artista tendi ad essere più flessibile, a tratti arrendevole, soprattutto se sei alle prime esperienze. Basta qualche frase in più e probabilmente ti convincono a lavorare non rispettando le condizioni che ti sei prefissato. Le cose cambiano nel momento in cui hai invece una persona che ti gestisce per conto terzo le tue cose. È un vero e proprio intermediario. Questo rappresenta un punto di forza e di professionalità ma anche offre una forma di garanzia ai locali.

Come avete scelto gli artisti coinvolti?

Abbiamo fatto una bella selezione sul territorio, sentendo una serie di musicisti con un minimo di storico artistico. Di fronte avevamo una serie di progetti validissimi dal punto di vista musicale che però faticavano ad avere la risonanza che cercavano.

L’idea è ora di muoversi tra le realtà locali e proporre il prodotto per capire chi possa essere interessato a lavorare con noi.

Quali sono stati e quali sono i vostri criteri di selezione?

Qualità ed ascolto. Anche quando ci siamo confrontati con colleghi che già conoscevamo e che ci hanno proposto il loro materiale, siamo sempre stati attenti nell’attenerci a dei criteri ben precisi (che poi sono gli stessi che ci hanno guidato nella creazione del progetto): l’ascolto e un’uscita discografica precedente con ufficio stampa.

Oltre questo, abbiamo cercato di rimanere fedeli a un ragionamento ben preciso: bilanciare numericamente le realtà regionali. Al momento, ad esempio, abbiamo 1 artista di Foligno, 2 da Perugia e 2 da Terni, ed ancora altri in giro per l’Umbria).

Abbiamo sempre cercato di condurre lavoro pulito, trasparente. Come da bravi ragazzi umbri.

Il primo roster DEU raccoglie musicisti da tutti i principali poli della regione selezionati per abbracciare le varie declinazioni dell’elettronica e offrire una proposta completa.

Gli artisti attualmente coinvolti sono molecola (elettronica; IDM; techno), Co-Pilot (afrobeat; deephouse; vaporwave), Pulsar (ambient; elettronica; experimental), VAISA (dub; abstract; sound collage) e AINO (elettronica; cinematic).

In effetti, quando Marco mi ha detto dell’intenzione di voler coinvolgere le realtà artistiche a livello regionale sono rimasta positivamente sorpresa. Sono rare le realtà culturali che riescono a tenere unito l’organico territoriale.

C’è dietro uno sforzo notevole e un bell’approccio: noi ci mettiamo sempre nei panni dei promoter e so che ci deve essere sempre un’idea dietro quello che viene loro proposto. Prendere vari artisti umbri non specializzati sarebbe stata un’opzione un po’ incompleta. Doveva essere chiaro sin dall’inizio il motivo che ci muoveva come DEU.

In questo senso, ritengo che sia stata ottima l’idea di Giovanni, frutto anche dei suoi anni di esperienza in materia: è stato lui ad avere l’intuizione geniale di guardare a tutta l’Umbria, di condurre una ricerca su tutto il territorio.

A me inizialmente spaventava, mi sembrava un azzardo; spesso avevamo trovato difficoltà in passato nel trovare situazioni che unissero anche una sola provincia, come quella di Terni. Ma la risposta che abbiamo ricevuto è stata la conferma di quanto invece sia apprezzata questa voglia di inclusività.

Unità regionale. Chissà che questa iniziativa indipendente non possa rappresentare uno spunto per altre.

Qual è stata la reazione dei ragazzi a cui vi siete proposti?

C’è stata una risposta positiva che non ci aspettavamo. Il fatto è che nemmeno loro si aspettavano di avere una proposta così di ampio respiro. Persone che in presa bene hanno aderito all’idea.

Si sono fidati di noi perché noi in primis siamo artisti e conosciamo quindi quel tipo di dinamiche da cui loro stessi si dovuti difendere.

C’è da dire che oltre la buona ricerca artistica condotta, è stata fatta anche una ricerca sul piano umano: abbiamo trovato dall’altra parte degli ottimi ragazzi con cui lavorare. Sono stati molto contenti anche e soprattutto per il discorso relativo al portare avanti la regione Umbria, come bacino da cui attingere per la promozione degli artisti. Ognuno ha la sua provincialità, ma a tutti noi fa piacere che ci sia qualcosa di più grande che li coinvolga.

Ci sono state poi delle realtà che abbiamo faticato a raggiungere, sia direttamente che indirettamente tramite contatti e piattaforme ad hoc.

Ma (questo per chi ci legge), siete comunque aperti ad ascoltare eventuali proposte che….

Sì assolutamente! Se c’è qualcuno che ha un progetto di musica elettronica che riesce a portare dal vivo e che rispecchia i requisiti di cui parlavamo prima, noi siamo super disposti a valutare il progetto…per una seconda fase del DEU. Al momento siamo felici di poter dire che siamo al completo. È ovvio che l’idea nostra è quella di puntare ad allargare la nostra struttura, ma al momento con i numeri a disposizione, abbiamo deciso di puntare a 5/6 artisti. L’obiettivo è quello di arrivare a 10, che in Umbria sarebbe una bella media, sia per la piccola regione in cui siamo sia per l’esclusività del progetto (musica elettronica dal vivo).

Come mai avete puntato proprio sul live electronics?

In Umbria c’è stata una grande movimento di dj fino a venti/trent’anni fa, ma dopo quella non c’è stata più un’altra scuola che puntava sull’elettronica. Nel frattempo, il live electronics ha iniziato a guadagnare terreno e scommetto che nel giro di poco tempo, l’attenzione alla performance diventi una forte tendenza. Anche i maggiori artisti di musica elettronica (come, ad esempio, Paul Kalbrenner) portare in giro live set, piuttosto che dj-set.

ll proposito è quello di inaugurare un movimento che possa, col tempo, diventare il più grande e riconoscibile possibile attraverso il maggior numero di scambi possibili con un pubblico eterogeneo.

Noi vorremmo far emergere quel sottobosco musicale elettronico umbro per farlo conoscere non solo agli appassionati del genere ma anche ai più curiosi delle emergenti scene underground e territoriali.

Qual è la differenza tra i due set?

Si tratta di due situazioni live diverse. Chi esegue un dj-set fa uno studio accurato sulle tracce da mettere, il live Electronics ti richiede delle competenze (anche solo di connettività tra gli strumenti) differenti e direi che chi lo fa corre oltre che rischi diversi anche maggiori. Questo, ad esempio, può portare a live dello stesso artista ogni volta diversi.

L’industria della musica è molto ampia. Una matrioska di compiti, mestieri e persone che nasconde al suo interno una serie infinita di step da rispettare. In tutto questo l’attività di booking rappresenta uno dei pilastri dell’ambiente musicale, poiché si occupa di organizzare concerti e di fare da ponte tra l’artista e i direttori artistici e promoter di festival e concerti.

Vuoi provare a spiegarlo meglio tu al pubblico?

Diciamo che il booking si piazza ad un certo punto della produzione musicale in generale. Accade spesso che da fuori si possa facilmente cadere nell’errore di confondere tra etichetta discografica e booking, ma è sbagliato continuare a far credere che le due cose siano interscambiabili.

Diciamo che in linea di massima le etichette grandi prevedono già al loro interno il booking (magari semplicemente affidandosi ad agenzie esterne). Nell’indipendente i ruoli sono più divisi: c’è chi segue l’uscita discografica, chi segue solo il booking e via dicendo… Nell’arco dell’ultimo periodo i ruoli sono sempre più confusi e l’effetto negativo è che spesso capita di lavorare con booking che tendono a sfruttarti più che a portare avanti la tua carriera artistica. L’artista deve sempre vedere il rapporto con il booking a due vie: a noi come artisti ci serve il booking per piazzare le date, mentre al booking serve l’artista perché altrimenti non lavora e le date non le piazza. Non va mai scavalcata la figura dell’artista, come non va mai scavalcato il ruolo del booking. C’è una linea netta che separa le due figure e siamo dell’opinione che non possono e non devono essere confuse. Il booking che si impegna a trovarti le date, avrà una sua percentuale di compenso, ma nel frattempo si deve essere impegnato seriamente nel trovarti lo spazio live.

Dico questo perché ho una mia buona dose di esperienza e so come funzionano le cose, ci sono passato e di tante di queste dinamiche sono un po’ stufo: soprattutto del pretendere a prescindere il guadagno anche quando il lavoro al servizio dell’artista è stato fatto poco e male. E so anche che quando ti trovi in quella posizione è difficile rifiutare certe condizioni.

Quali sono gli obiettivi futuri che il DEU si propone?

Al momento non possiamo che auspicarci che DEU sia solo un punto di inizio, anche per gli artisti stessi, che magari partendo da noi abbiano l’occasione di essere notati da booking più grandi.

Il nostro obiettivo principale è quello di concentrarci sul territorio e di promuovere il collettivo di artisti sotto DEU. Ci piace fare questo.

In futuro, ci piacerebbe allargare la struttura, facendo diventare questa realtà un piccolo centro di produzione interno, con un ufficio stampa, con l’attivazione di un servizio di etichetta e magari producendo gli artisti. Tra gli obiettivi futuri c’è anche quello non meno importante per noi di organizzare dei festival, magari due l’anno.

Per ora ci teniamo a dire: che siate promoter o artisti, appassionati o curiosi, non esitate a contattarci per scoprire di più sulla nostra proposta.

Sito dell’agenzia: https://metrodoradeu.com/

Facebook: https://www.facebook.com/metrodoradeu

Instagram: https://www.instagram.com/metrodora_deu/

Qui un piccolo regalo dai ragazzi del DEU: una playlist creata appositamente per ascoltarli tutti!

https://open.spotify.com/playlist/5U80tmtOfD54QPCu95VJsy?si=f5dbe1144dd04f77

Alessia Sbordoni: Mangiadischi di professione, ho come passione principale la musica. Adoro l’arte, il cinema, e viaggiare alla scoperta di nuove culture, di tutti i tipi e tutte le taglie. Ho una laurea in giurisprudenza e un master per le funzioni internazionali e la cooperazione allo sviluppo conseguito a Roma.