NARNI – Il 18 luglio, come vi abbiamo anticipato si è tenuta a Perugia la presentazione dell’VIII edizione del Narnia Festival che si svolgerà dal 23 luglio al 4 agosto con un’anteprima che si è tenuta ieri sera, uno spettacolo di Yuri Napoli dedicato al 50° anniversario dell’allunaggio. Presenti l’attrice Maria Rosaria Omaggio e l’astrofisico Paolo Colona. Per immergerci totalmente nella kermesse abbiamo raggiunto al telefono Cristiana Pegoraro e siamo entrati nel dettaglio della proposta artistica.
Narnia Festival 2019 si presenta con numeri, proposte e personaggi interessanti…
“Ci saranno oltre 55 spettacoli, eventi, mostre, presentazioni di libri, teatro, opera, grande repertorio sinfonico, concerti di musica da camera, tango argentino, danza, quindi un’offerta molto ampia. Quest’anno tornerà Massimo Giletti a presentare la serata di apertura, è venuto già l’anno scorso quindi ormai è un amico del Festival. Il 23 avremo come ospite d’onore Massimo Lopez, a cui verrà dato il premio Leone d’Argento alla carriera e da lì, ecco, partiranno una serie di attività fino al 4 agosto”.
Se lo aspettava questo successo otto anni fa?
“Ogni anno è un po’ una sorpresa e siamo in crescita. Se si lavora in maniera seria, cosciente e anche con la passione, poi i risultati vengono. Però diciamo che ogni edizione è una bella scoperta, è un mettersi alla prova con un cartellone ricchissimo di eventi e che, per mia convinzione, deve dare un’offerta differenziata per tutti i gusti, però sono soddisfatta”.
Come le è venuta l’idea del Narnia Festival?
“Il tutto è nato un pochino per caso, perché da tanti anni vivo all’estero e mi ricordo che mi avevano chiamato a inaugurare l’Auditorium San Domenico a Narni che non conoscevo e quindi sono, in un certo senso, riapprodata a Narni e l’ho vista con gli occhi di uno straniero. Quindi forse sono riuscita ad apprezzarne di più la bellezza, l’unicità di questa cittadina medievale con un centro storico dove tutto è intatto, una città bellissima. Da lì mi è venuta l’idea di creare un progetto unico, quello di realizzare un campus all’americana dove vivere, fare musica e arte, in una cittadina medievale, unendo quindi le mie due culture, quella italiana e quella americana. Nel periodo del festival il centro storico di Narni si tramuta in un grandissimo campus, perché oltre alla parte concertistica abbiamo anche una sezione didattica che si svolge durante il giorno in tutta la città. Quindi ha preso forma l’idea di una Narni anche un po’ rinascimentale, dove tutte le arti potessero collaborare, dove tutti potessimo stare insieme a produrre, a fare, a studiare”.
La vera novità, rispetto agli altri festival, è proprio quella di dare spazio e apertura a questi percorsi didattici.
“Esattamente, la nostra proposta didattica è molto sviluppata, di altissimo livello e soprattutto molto varia. Abbiamo una grande parte strumentale, una altrettanto grande parte operistica con il programma vocale che ospita tanti partecipanti americani che vengono a studiare qui per poi debuttare nel nostro teatro d’opera quest’anno faremo la “Carmen” di Bizet”.
E molta attenzione viene dedicata anche ai bambini.
“Infatti, abbiamo anche programmi per i bambini dai 6 anni in su. È questo un programma che ha preso molto piede. I bimbi ricevute lezioni individuali, poi vengono inseriti in orchestra e lavorano al grande progetto del concerto finale, con oltre 70 partecipanti sul palco. Loro vengono con strumenti ridotti, adatti alle loro manine. Adesso c’è questa facilità di avere tali strumenti e di far iniziare i bambini in età più precoce. Sono bellissimi, vengono con le loro famiglie, è una grande festa della musica! Poi abbiamo il programma di danza, classica, moderna e contemporanea, e il programma di lingua e cultura italiana in collaborazione con l’Italian American Committee on Education che seleziona ogni anno 20 ragazzi americani da mandare a Narni”.
Il Festival oltre che narnese “parla” anche umbro…
“L’offerta del programma ‘Cultura e Piacere’ offre itinerari alla scoperta dell’Umbria per i turisti e per gli accompagnatori dei ragazzi. Molti dei nostri concerti si tengono in luoghi estremamente belli e suggestivi come il Duomo di Orvieto. Quest’anno abbiamo in anteprima un concerto davanti alla Pala del Ghirlandaio al Museo Eroli: è un concerto di chitarra esclusivissimo per 30 persone, davanti alla Pala illuminata. C’è poi anche lo spettacolo a lume di candela nella chiesa di Santa Maria Impensole che segue la visita a Narni sotterranea, tutto un percorso medievale che culmina in una chiesa del 1100. Ecco quindi, l’attenzione al territorio è sempre molto alta”.
Risalta il fatto che lei, anziché fermarsi per quanto ci si possa fermare quando si parla di musica sull’aspetto concertistico, sia andata oltre: questo programma è molto multidisciplinare.
“Certo, infatti l’idea era proprio quella di crescere in quel senso e, in realtà, è una bellissima esperienza per tutti perché si è sempre coinvolti. Anche i nostri spettacoli non sono semplici concerti o semplice teatro, ma è un mettere insieme le varie arti. Nel concerto c’è anche il ballerino, c’è l’attore, c’è la videoproiezione; nello spettacolo di danza c’è il cantante. È quindi una commistione di arti ed è quella la parte più creativa. Al Narnia Festival raramente arrivano spettacoli preconfezionati, non li prendo quasi mai perché mi piace far interagire gli artisti che conosco personalmente e che porto a Narni per creare degli spettacoli unici che non esistono da nessun’altra parte. Molti spettacoli creati al Narnia Festival sono stati esportanti in importanti teatri e sale da concerto, ad esempio abbiamo debuttato a marzo alla prestigiosa Carnegie Hall di New York. Ora riportiamo questo spettacolo a Narni perché ha avuto un grandissimo successo che vogliamo condividere”.
Rispetto al Festival di Spoleto che si è appena concluso, leggevo che gli spettacoli che lei propone non hanno un prezzo di biglietto. Anche questo, credo, favorisce la diffusione…
“Sì, gli spettacoli sono gratuiti. E’ una lotta cercare di portare la cultura a tutti e, finché ce la facciamo, andiamo avanti così”.
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