PERUGIA – Concentrarsi sui sensi dell’udito e della vista per conoscere la musica classica e farsi trasportare dalla sua magia verso nuovi universi sensoriali: ecco il progetto “Musica come Dono” della Fondazione Perugia Musica Classica Onlus presentato in conferenza stampa lo scorso mercoledì 30 ottobre.
L’obiettivo del progetto è quello di fare della musica classica uno strumento per migliorare la qualità della vita di individui e gruppi vulnerabili attraverso concerti e attività educative. La Fondazione organizza concerti con una forte dimensione spirituale, laboratori di musicoterapia e ascolto attivo in contesti come scuole, case di riposo, carceri e ospedali, in collaborazione con associazioni del Terzo Settore e l’Orchestra da Camera di Perugia, realtà che ormai costituisce un punto di riferimento sul territorio quando si parla del valore sociale della musica.
Il programma del 2024 include tre edizioni stagionali (primavera, settembre e autunno) che coinvolgono vari ensemble strumentali e repertori di compositori classici e contemporanei, offrendo spettacoli in sedi educative e sociali per facilitare l’inclusione e l’esperienza condivisa della musica.
Nelle parole di Simone Frondini, sovrintendente dell’Orchestra da Camera di Perugia – “Noi crediamo moltissimo nel messaggio della musica. La musica può dare un momento di sollievo alle persone che stanno vivendo una situazione difficile. Dopo una prima esperienza in cui abbiamo portato la musica al cercare femminile, abbiamo pensato di portarla anche in altri luoghi; in ospedale, ad esempio a Terapia Intensiva Neonatale. Da lì il percorso del progetto ha incluso anche le RSA e in particolare, visto che questo progetto nasce insieme ad A.M.A.T.A. Umbria, i malati di Alzheimer che iniziano a lottare contro questa malattia. La bellezza di questo progetto penso che sia l’averci arricchito come musicisti e come persone. Le emozioni che proviamo noi musicisti sono molto forti, più forti di quelle che a volte si provano durante i concerti dal vivo, proprio perché siamo di fronte ad un pubblico prezioso e speciale. Si crea una sinergia molto forte tra i musicisti e gli ospiti. Siamo cresciuti molto grazie a queste esperienze, imparando come comportarci al meglio grazie alla rete di professionisti che collabora con noi per la buona riuscita del progetto”.
Le attività, in collaborazione con l’Orchestra da Camera di Perugia e con il sostegno della Fondazione Perugia, hanno coinvolto: persone con disturbi cognitivi lievi, attraverso l’ascolto attivo di eventi sonori e brani musicali, con laboratori creativi di musicoterapia traducendo l’esperienza musicale con altri modi di espressione e linguaggi verbali e non verbali. Da anni, il progetto si manifesta concretamente anche con il permanere di iniziative che si tengono presso il “Complesso Penitenziario” di Capanne e presso l’Istituto per anziani “Opere Pie Donini” e “Sodalizio San Martino” di Perugia.
Francesco Delicati di A.M.A.T.A. Umbria (Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer Umbria) in qualità di musicoterapeuta, ha spiegato gli obiettivi presenti e futuri del progetto ai microfoni di Vivo Umbria:
“Il primo obiettivo è quello di spezzare la solitudine dei malati e dei familiari, offrire dei contesti di opportunità nei quali la persona può esprimersi. In questo progetto abbiamo l’opportunità in un contesto gratificante, in cui le persone si sentono accolte, di lasciare libertà alle persone di dire quello che si sentono; anche di anche di tentare di trovare le parole, di andare a pescare le parole nel profondo. A volte escono fuori parole stereotipate – diciamo così – ma si sente che dietro c’è un sentimento, un’emozione. E questo per noi è quello che conta. Perché poi le persone lo vedi dall’espressione del viso che sono contente, che si sono illuminate, ecco.
Importante anche il ruolo dell’alfabetizzazione musicale. Far capire come è fatta la musica, capire grazie ad esempi molto concreti, brevi e comprensibili, fatti dal musicista. Questi esempi pratici possono diventare anche un esperimento grazie alla gestualità e al movimento. Una conoscenza dunque, che fa leva sulla sensorialità e che diventa accessibile anche a chi ha una cultura musicale di base”.