Musei del Trasimeno e welfare di comunità: un’esperienza che merita il bis

TRASIMENO Il progetto ha coinvolto 70 persone, giovani e adulti del Trasimeno, che hanno partecipato alle attività proposte in collaborazione con i Servizi sociosanitari locali, in particolare il Centro di salute mentale e il Servizio Riabilitazione Età Evolutiva.  Al termine, il giudizio di tutti i protagonisti è stato: un’esperienza da replicare. Stiamo parlando de “I patrimoni museali del Trasimeno per un welfare di comunità”. Progetto che ha visto convergere Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Usl Umbria1 e enti locali,  tutti concordi nel costatare i benefici che ha prodotto sui pazienti psichici e che ha visto nel Trasimeno, per l’impatto sociale che ha avuto, un territorio ospitale, fertile e propositivo.

 

Il sindaco Giulio Cherubini, presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, ha commentato: “L’auspicio è senz’altro la prosecuzione di processi partecipativi come questo. Essi rappresentano testimonianze dirette della lettura dei bisogni del territorio, alla base delle politiche sociali e della loro integrazione con il sociosanitario. Quello che cerca di fare l’Unione dei Comuni, quando parliamo di politiche di questo tipo è comprendere ciò che serve alla comunità. Per questo stiamo cercando di proseguire in tale direzione.” 

La sinergia ha favorito il raggiungimento di importanti obiettivi per i pazienti psichiatrici e allo stesso tempo ha prodotto una visione comune dei beni culturali del territorio. Un ruolo importante in questo senso per il supporto che hanno saputo dare, è stato assicurato dai Musei TrasiMemo, Museo del vetro, Museo della pesca e Museo di storia naturale Verri, sedi dei laboratori e fulcro del welfare di comunità. 

Vivere questi luoghi si è rivelato parte integrante del piano terapeutico dei destinatari, i quali hanno contribuito al proprio benessere psicofisico in maniera attiva e responsabile. Ne è un esempio il video Patrimoni, musei e paesaggi del Trasimeno per un welfare di comunità, testimonianza di un lungo percorso co-progettato da partecipanti, Università degli Studi di Perugia e ministero della Cultura, con il prezioso contributo degli enti locali. 

Frontiera Lavoro, in qualità di soggetto promotore, ha creduto sin da subito nella valenza delle azioni progettuali e si rende disponibile a dare continuità a questa preziosa esperienza, insieme alla all’attuale rete di stakeholder e chissà, ai futuri collaboratori. Durante la videoconferenza, la presidente Roberta Veltrini ha detto: “La speranza è quella di dare continuità alle azioni di questo progetto. Mi auguro che riusciremo di nuovo a fare ricerca, comune pensiero rispetto al ruolo del lavoro artigianale e artistico all’interno dei percorsi terapeutici per il disagio mentale”. 

 

Redazione Vivo Umbria: