Motta alla conquista del pubblico di Suoni Controvento tra ironia, musica e parole

Mi siete mancati”, queste le parole cariche di voglia di tornare sul palco di Motta al suono degli applausi del pubblico accorso ieri (8 agosto) al Parco Villa Anita di Sigillo, dove il cantautore toscano ha presentato il suo libro “Vivere la musica. Affrontare gli ostacoli, i cattivi maestri e le folli regole del gioco” (Il Saggiatore), nell’ambito della quarta edizione di Suoni Controvento, festival di arti performative promosso da AUCMA.

Durante l’incontro, Motta, dialogando con il giornalista e critico musicale Danilo Nardoni, ha regalato al pubblico un momento intimo spaziando non solo tra le pagine del volume, ma raccontando con ironia aneddoti sulla sua vita personale, la famiglia, la carriera, nonché esibendosi in acustico in brani di repertorio scelti lì per lì, anche suggeriti dai presenti.

Tra il pubblico anche la moglie, Carolina Crescentini, attrice italiana molto amata dal grande pubblico, protagonista, tra gli altri, dell’horror “Letto n. 6” diretto da Milena Cocozza di cui proprio Motta firma la colonna sonora.

Il libro – Francesco Motta racconta che cosa significa vivere con la musica: cosa spinge molti giovani a voler diventare musicisti o cantanti, che ostacoli si incontrano lungo il cammino e in che modo è possibile affrontarli. Condivide storie e riflessioni intorno a problemi fondamentali: il confronto con gli altri cantanti – storici e contemporanei – l’importanza della solitudine e del silenzio, lo scoramento per quello che si ha in testa e non si riesce a esprimere.

“Vivere la musica” è un manuale sentimentale per mettere a nudo le nostre emozioni attraverso note e parole, e un manifesto poetico per riscoprire la vera bellezza della musica, per tornare ad ascoltarla con le orecchie, il cuore e lo stupore di un bambino.

Suoni Controvento proseguirà fino al prossimo 6 settembre. QUI per il programma.

Francesca Cecchini: Giornalista pubblicista e ufficio stampa tra sport, teatro e musica. Penna e taccuino sempre in borsa, sono fermamente convinta che l'emozione più grande sia vivere ogni progetto "dietro le quinte", assaporando minuto per minuto quel work in progress che porta alla realizzazione finale di un progetto. Come diceva Rita Levi Montalcini: "Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra".