TERNI – Oltre a paesaggi, cibo ed eventi l’Umbria offre anche amanti dei motori. Tra questi collezionisti c’è anche il ternano Roberto Paluzzi, appassionato e proprietario di due macchine d’epoca, una passione che nasce negli ’70 con l’acquisto di una MG B usata. Questo hobby gli ha permesso di avere adesso in garage una PA del 1934 con bollo originale e una B del 1969, tuttavia gli costa molta pazienza e lavoro per quello che riguarda la manutenzione e il restauro.
.
.
“Tra la PA e la B quella che ha richiesto più manutenzione – racconta Roberto Paluzzi – è stata quest’ultima in quanto auto importata dagli Stati Uniti dove la proprietaria l’ha tenuta per svariati anni usandola senza fare manutenzione. Poi dopo essere stata importata in Italia ha subito un primo restauro da una azienda specializzata in auto d’epoca e venduta ad un noto professionista di Terni. Dopo l’euforia dei primi tempi il professionista ha deciso di venderla perché non aveva più quell’interesse iniziale. Queste autovetture hanno continuo bisogno di manutenzione e quindi ha deciso di venderla.
.
.
Era il 2013 quando l’ho presa, ma fin da subito mi sono reso conto che aveva bisogno di un restauro totale. Giorno dopo giorno e con molta pazienza l’ho smontata tutta per revisionarla in toto. Per la PA, acquistata da un collezionista di Londra, il discorso è stato diverso perché sono stati fatti soltanto dei piccoli interventi”. Grande soddisfazione anche a livello storico per il proprietario dato che entrambi i modelli sono stati protagonisti di due episodi. Le MG di tipo P hanno avuto molta fama e popolarità durante la gara di Le Mans del 1935 per essere le prime vetture ad avere un equipaggio totalmente femminile, mentre una MG B dorata compare nel film “Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro” del 1974. “Altro elemento fondamentale – ha spiegato Roberto Paluzzi – è la cura per i dettagli. Entrambe le mie auto hanno pezzi originali. Inoltre la MG era una fabbrica di automobili che non aveva una vasta gamma di colori soprattutto per il modello PA, di cui la mia conserva la vernice originale. I colori che si potevano scegliere all’epoca erano solo cinque/sei, di cui i più richiesti nero, rosso-bordeaux, crema e celeste. Discorso diverso per il modello B la cui gamma di colori era più vasta. Alle volte è necessario comprare parti non direttamente collegate alla macchina per valorizzare il veicolo.
Nel caso della PA, ho acquistato a parte una valigia in pelle vintage con ancora i distintivi di viaggio originali”. Particolarità di non poca importanza i motori, innovativi e molto particolari. La B ha un sistema primitivo di antinquinamento, negli anni ’60 infatti negli Stati Uniti tutte le autovetture dovevano avere un congegno che doveva servire a ridurre l’inquinamento e dunque per questo motivo la casa automobilistica aveva già studiato e inserito il particolare sistema. La PA invece presenta uno dei primi motori più compressi e di conseguenza più veloci, offrendo alte prestazioni che gli diedero un posto fisso sui circuiti automobilistici dell’epoca. “Di certo guidare queste auto è un grande piacere – ha concluso Roberto Paluzzi – però, se per la B non ci sono eccessive difficoltà nella guida, stesso discorso non vale per la PA. La guida a destra è già una difficoltà in quanto abituato a sinistra, inoltre il sistema frenante ha freni a corda, come quelli delle biciclette, perciò è richiesta una discreta destrezza e attenzione”. Insomma ecco le principali difficoltà e piaceri di possedere un’auto d’epoca.