MOIANO – “Luci sul fosso: illuminiamo il degrado”: più chiaro di così… A Moiano di Città della Pieve è stata organizzata una iniziativa, unica nel suo genere, ideata e realizzata dall’Ente Sagra “A Moiano non solo lumache”, organizzatore della Sagra delle lumache, nato dieci anni fa con lo scopo di animare il territorio e di valorizzarlo, donando parte del proprio ricavato ad opere di utilità per la comunità.
A essere illuminato per denunciarne il degrado è il canale artificiale Moiano. “La cosa è nata per scherzo durante una riunione – spiega il presidente dell’Ente Sagra Raffaele Parbono -. Parlando degli addobbi natalizi, era stato proposto in maniera goliardica di mettere le luci sulle numerose piantagioni che ormai da anni ricoprono il letto del canale e che con il tempo sono diventati arbusti alti e rigogliosi”. Così, da una battuta, l’idea di realizzare invece un’iniziativa concreta di denuncia e protesta.
“Luci sul fosso è chiaramente un evento provocatorio – spiega Manuel Guerrini, membro del comitato dell’Ente – il cui scopo è far parlare innanzitutto della grave situazione che questo canale vive ormai da anni. Il fosso Moiano attraversa il nostro paese ed è parte integrante di esso. Da troppo tempo non riceve interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ed è così invaso da materiale solido accumulato negli anni e depositato nella vasca di sedimentazione, oltre che da una folta vegetazione che limita la funzionalità idraulica del corso d’acqua”. “Oltre al senso di degrado che si percepisce guardando un torrente in cui le piante hanno invaso il suo letto, – continua – e dove la poca acqua stagnante è ritrovo di animali selvaggi e nido per le zanzare nei periodi estivi, ne scaturiscono anche problemi dal punto di vista della sicurezza per gli abitanti e di approvvigionamento del lago Trasimeno”.
Sì, perché il canale artificiale Moiano è stato realizzato negli anni ’60 con lo scopo di alimentare il livello idrico del Trasimeno. Attraverso un sistema di paratoie meccaniche il flusso delle sue acque viene deviato alternativamente verso il lago di Chiusi, seguendo il torrente naturale, o verso il lago Trasimeno, attraverso appunto questo canale artificiale che confluisce nel canale Anguillara.
“Questo torrente passa all’interno del centro abitato – continua Parbono – ed è come avere una bomba ad orologeria dentro casa. Se dovessero verificarsi situazioni di piogge forti ed incessanti l’acqua non riuscirebbe a defluire a causa della folta vegetazione, il che potrebbe comportare casi di straripamento mettendo a forte rischio la pubblica incolumità delle persone. Inoltre, la mancanza di pulizia non permette il corretto afflusso di acqua verso il lago Trasimeno”.
Ed il grido di allarme non è di certo campato in aria. I fenomeni di alluvioni e forti acquazzoni sono sempre più frequenti e già in passato si sono verificate situazioni con livelli idrometrici record e casi in cui l’acqua aveva oltrepassato le arginature, fuoriuscendo ed allagando le strade.
Ma, nonostante le continue lamentele e le richieste di intervento agli Enti preposti, nulla è stato fatto di concreto per migliorare la situazione, se non piccoli e sporadici lavori di manutenzione che poco o nulla hanno risolto.
L’ultima di queste richieste risale a luglio 2022, quando l’Assessore regionale Morroni rispondeva che erano previsti lavori “di manutenzione ordinaria e straordinaria per il ripristino dell’officiosità idraulica nei Comuni di Città della Pieve e Paciano ed il rifacimento lastre di fondo e laterali del canale Moiano”.
I suddetti lavori dovevano cominciare ad agosto e concludersi entro settembre 2022. Ad oggi, nulla di quanto detto è stato fatto.
Naturalmente questa situazione non è solo e completamente imputabile a questa Amministrazione, i problemi sono ben più vecchi. È però triste riscontrare che le cose non sono cambiate nel tempo. L’unica cosa a non cambiare, purtroppo, sono le promesse a cui non seguono i fatti.
“La manutenzione del canale Moiano – prosegue Guerrini – è solo uno dei tanti problemi che purtroppo affliggono questo territorio. Il fosso è un po’ il simbolo che testimonia il completo degrado e l’abbandono da parte delle Istituzioni, a tutti i livelli, di questa parte dell’Umbria”.
“Con “Luci sul fosso” – conclude Marco Cannoni, altro membro del comitato – vogliamo quindi mandare un segnale e mettere simbolicamente in luce, appunto, la decadenza e la trascuratezza di questa zona in tutti gli ambiti, a partire da quello sanitario, con lo smantellamento degli ospedali di Città della Pieve e di Castiglione del Lago, a quello economico, dovuto a mancati investimenti infrastrutturali e ad assenti progetti e politiche di sviluppo”.