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Memoria, immaginario, arte: questa sì che è classe

UMBERTIDE – Promuovere l’innovazione e la conoscenza è l’unico modo per garantirsi un futuro: questa è la visione che ha ispirato la Direzione didattica del Primo Circolo nella realizzazione di questo progetto: un ambiente flessibile, di apprendimento ‘smart’, dotato di supporti didattici digitali di ultima generazione ma, al tempo stesso, capace di  sollecitare  la creatività e  l’identità dell’alunno per mezzo della riscoperta della storia e della cultura della città. Tali infatti erano infatti le indicazioni del bando ministeriale che ne ha reso possibile il finanziamento. Ma la sfida più stimolante è stata quello di attingere dalla memoria collettiva figure in grado di continuare a parlare all’immaginario anche quando, a distanza di molti anni, il loro significato originale è nascosto tra le pieghe della storia.

Quelle prese a prestito dalle realizzazioni di  una delle esperienze più originali  dell’arte ceramica – cui hanno concorso personalità di grande prestigio come Corrado Cagli, Leoncillo Leonardi, Settimio Rometti, Dante Baldelli, Mario Di Giacomo, ecc. –  sono infatti immagini non solo capaci di rinnovarne la memoria raccontandone la storia,  ma possono evocare nuovi e potenti significati.

Gli splendidi manufatti creati tra le mura delle  Ceramiche  Rometti che conobbero un notevole  successo nelle prime decadi del novecento,  furono infatti il risultato  della propensione  all’innovazione delle tecniche e, soprattutto,  della raffinata ricerca  figurativa che, pur mantenendo saldamente ancorata alla tradizione classica la scelta dei soggetti, trasse la sua ispirazione da alcune tendenze artistiche come il futurismo o l’’Aeropittura’.

La riproposizione del  pattern decorativo utilizzato in gran parte della produzione tra il 30 e il 40 composto  da tre o  quattro linee, una per ogni tono di colore – dal più scuro al più chiaro – che modulano il proprio spessore salendo verso l’alto seguendo determinate regole geometriche è apparsa la scelta più appropriata.

Nella decorazione a fasce delle Ceramiche Rometti, pur con alcune marcate differenze,  sono infatti evidenti i richiami al ‘Futurismo Rurale’ e all’iridescenza dei cieli dipinti a fasce concentriche di Gerardo Dottori. Nella scelta dei colori di gran parte della manifattura autorevoli studiosi hanno intravisto  l’influenza ‘Tonalistica’ di importanti artisti della scuola romana come Mafai  e Scipione e financo  le teorie coloristiche di Johannes Itten sviluppate nell’esperienza del  Bauhaus. Ma le affinità con quella stagione così feconda e innovativa non si limitano solo alle arti figurative: il contributo delle avanguardie che ha  ispirato  la decorazione a fasce cui si è fatto cenno,  è in qualche modo il riflesso del clima di grande cambiamento che, nello stesso periodo, porterà tra l’altro a riscrivere alcune delle leggi fondamentali della fisica classica in campo scientifico con  la scoperta del principio di relatività ristretta e della meccanica quantistica e della dodecafonia in quello musicale.

Arte, scienza, musica e architettura  conoscono infatti nelle prime decadi del ‘secolo breve’ uno dei periodi più sconvolgenti e al tempo stesso più fertili prima del baratro del conflitto in cui precipiterà il mondo.  E poi la scelta  di  ‘personaggi’  che,  ancorché isolati dall’originario  contesto figurativo, potessero esprimere nuovi significati: la  scelta si è subito concentrata sul “Seminatore” di Cagli,  metafora potente della funzione insostituibile dell’istituzione scolastica e dei suoi operatori.

 

Infine la scelta delle rondini  che entrano dalla finestra le quali,  negli intendimenti iniziali,  avrebbero dovuto simboleggiare l’apertura della scuola alla comunità e la sua permeabilità al suo intorno.

Ma le immagini spesso sfuggono alle stesse intenzioni di chi le usa: così nell’immaginario dei bambini,  le rondini sono diventate metafora del pensiero e delle idee. Perché, da decine di migliaia di anni, le immagini provocano sensazioni e ispirano comportamenti.

Concludendo: l’auspicio che da queste preziose figure e dalle suggestioni che potranno suscitare, tragga stimolo il lavoro della scuola intraprendendo percorsi volti alla riscoperta della memoria della comunità e dei suoi intrecci con le culture del novecento,  puntando oggi come allora all’innovazione,  è stato in definitiva l’obiettivo più sfidante che si è cercato di perseguire –  sperando di esserci in minima parte riusciti –  nella convinzione che questa è la sola via possibile per costruire il  futuro.

 

 

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