Materia e fotografia: Giacomelli e Burri in mostra al MAXXI di Roma

Per la nostra rubrica Dentro lo Stivale, segnaliamo la mostra che fino al 6 febbraio è allestita al MAXXI di Roma dove sono esposte le fotografie di Mario Giacomelli e l’arte materica di Alberto Burri, dei suoi cretti e dei cellotex. E’ stato definito dai critici “un dialogo intimo”, persino lirico perché fatto anche di corrispondenze epistolari tra il fotografo di Senigallia e l’artista di Città di Castello. La mostra è una produzione di bianchi e neri esaltati dalle prospettive con cui singolarmente ma allo stesso tempo sinergicamente, i due protagonisti dell’allestimento si incontrano. La mostra è ideata da Magonza e prodotta da Fondazione MAXXI, Comune di Senigallia, Regione Marche, promossa dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Archivio Mario Giacomelli, Archivio Sarteanesi.

Si legge nella presentazione dei curatori: “Nelle fotografie di Mario Giacomelli delle serie Metamorfosi della TerraPresa di coscienza sulla natura, Storie di Terra, realizzate tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’80, i campi arati, la morfologia del territorio marchigiano, il contrasto tra terra e cielo, si trasformano in un linguaggio di geometrie astratte, che parla del lavoro dell’uomo e del suo rapporto con la natura, dell’effetto dell’inesorabile trascorrere del tempo sulle cose, e della fotografia come strumento di ricerca per dare un senso ed una forma alla complessità della reale.

Nelle grafiche e nelle opere multi materiche di Burri che nel percorso espositivo incontrano le fotografie di Giacomelli, la forza della composizione organizza l’energia della materia. Le possibilità offerte dalla sperimentazione grafica, seppur esplorate con modalità diverse sul piano tecnico e concettuale, portano i due autori a proporre un’idea di paesaggio dove realtà esteriore ed interiore sono profondamente intrecciate.

I documenti d’archivio esposti raccontano il rapporto tra i due artisti, nato grazie all’amicizia comune con Nemo Sarteanesi, e consolidato da alcune tappe importanti come la mostra di Giacomelli a Città di Castello nel 1984, di cui qui si presenta una piccola selezione, e da continui scambi, come le dediche visibili sul retro di alcune fotografie presenti in mostra. Come spesso avviene nella storia dell’arte, si tratta di un rapporto di stima reciproca e brevi condivisioni, che costruiscono la trama per una riflessione sull’arte e sull’esistenza con molti punti di tangenza, ma sperimentata con strumenti, materie e tecniche differenti”.

Redazione Vivo Umbria: