Mario Guidi ci ha lasciati: lutto nel mondo del jazz

PERUGIA –  Conoscevo Mario sin da quando, alla fine degli anni Ottanta, organizzava concerti per conto dell’Arci a Foligno. A lui debbo la “scoperta” delle infinite possibilità espressive della fisarmonica, strumento che sino ad allora e forse, anche in base a pregiudizi, non la includevano tra i “mezzi” più frequentati e idonei al jazz, forse meglio al mainstream più canonico. Fu sempre grazie a lui che scoprii il genio di Astor Piazzolla, il reinventore del tango che mi aprì un mondo nuovo sulla stretta relazione tra folk, tradizione e jazz e sulle potenzialità che questo itinerario includeva in sé. Qualche tempo dopo delle felici stagioni jazz folignati, Mario Guidi assunse il ruolo di manager di musicisti del calibro di Richard Galliano, maestro della mousette e anch’egli alla ricerca di una sintesi tra la migliore tradizione francese della musica dei bistrot e il jazz. Fu una stagione molto intensa sul versante di nuovi sviluppi creativi del jazz, compreso quello che intraprese Enrico Rava che definì la sua cifra stilistica nell’incontro tra melodia e swing, tra Mediterraneo e Stati Uniti. Mario fu promoter e manager anche di Rava. Oggi è dunque un triste giorno per il jazz e per  il  jazz in Umbria, perché Mario Guidi al termine di circa quattro mesi dalla diagnosi di un male incurabile, lascia con una traccia profonda quanto significativa, la vita. Mario aveva un stile sobrio e pacato che si sarebbe detto frutto di una razionalità fredda, ma forse quest’aspetto della sua personalità non era altro che una “maschera” che in realtà nascondeva una “persona” ricca di sentimenti e di grandi passioni, come quella, mai abbandonata, di una fede politica di sinistra. Una sensibilità forte verso le ingiustizie del mondo, le ineguaglianze, i soprusi, la libertà che ha lasciato in eredità al figlio Giovanni, suo “capolavoro” che nella musica e nel jazz impiega la stessa passionalità e la stessa sensibilità. Non a caso è già oggi considerato tra i migliori esponenti della nuova generazione di pianisti italiani ed europei su cui ha già da tempo messo gli occhi Manfred Eicher, curatore della più prestigiosa etichetta europea di jazz, la Ecm. Mario lascia dunque quanto di meglio poteva “produrre”, suo figlio Giovanni, ma il vuoto che non appena si è diffusa la notizia, è apparso a tutti è quello dell’incolmabilità. Alla vigilia di Umbria Jazz Winter non poteva rimanere inespresso il cordoglio dei promotori del festival. Alla memoria di Mario saranno tributate parole di commiato da Carlo Pagnotta in rappresentanza di tutto lo staff di Umbria Jazz sabato 28 dicembre, giornata inaugurale del festival a Orvieto. Sono scarne e ricolme di commozione le parole che Enrico Rava ha postato su Facebook per annunciare l’addio a Mario: “Qualcosa che non avrei mai voluto dover scrivere: Mario Guidi se n’è andato. Da più di trent’anni –  scrive Giovanni – mio collaboratore indispensabile e geniale, e mio carissimo amico. Non ho parole per esprimere la mia gratitudine nei suoi confronti. Per le idee che mi ha dato, per il sostegno nei momenti difficili, per la sua pazienza nei miei confronti. Innamorato della musica come pochi, faceva questo lavoro per me con una passione unica. Non so dire quanti miei progetti sono nati da sue intuizioni. Mi mancherà tantissimo. Tristezza infinita”.
Ecco il ricordo di Paolo Fresu tra i numerosissimi che tra venerdì 27 e sabato 28 dicembre hanno inondato i social: “E’ mancato prematuramente Mario Guidi, pioniere del jazz italiano.  Agente e manager illuminato, è stato uno dei primi a intraprendere la strada di una professione che, nell’Italia degli anni Ottanta, non esisteva.
Nei suoi lunghi anni di attività si è occupato di artisti come Enrico Rava e Stefano Bollani, contribuendo con amore e passione a dare luce artistica anche al suo amato figlio Giovanni Guidi, oggi uno dei più creativi pianisti europei.
All’inizio della sua carriera si occupò per un piccolo periodo anche della mia attività e di altri musicisti ‘amici’ e tante volte è stato a TIME IN JAZZ per accompagnare i suoi artisti o da semplice ascoltatore.
Mario era una persona dolce e gentile.
Grande cultore di jazz, si è trovato a vivere in questo mondo per passione contribuendone allo sviluppo artistico e professionale che, dal 2018, l’ha portato a essere il vice presidente dell’Associazione nazionale Ijn che afferisce alla Federazione Nazionale Il Jazz Italiano.
C’è un parallelismo tra Mario Guidi e Gianmaria Testa, anche lui mancato troppo presto.
Non solo l’affabilità e l’umanità ma il provenire tutti e due dal mondo della ferrovia.
Due uomini che sapevano scartare e che hanno affrontato la vita come fosse un viaggio senza distinzione di classe.
Mario ne intraprenderà un altro e il mondo del jazz lo saluterà con affetto dalla pensilina di Foligno, la sua città, sventolando fazzoletti dai colori tenui.
Il mesto ricordo – quello personale e come Presidente di Iji – è per lui, la sua famiglia e i tanti che gli hanno voluto bene”.

I funerali si svolgeranno domenica 29 dicembre alle 15.30 alla chiesa di Sterpete a Foligno.
 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.