TERNI – In questo periodo di restrizioni per il Covid 19, la Pasqua cristiana non si e lasciata intimorire. Anche se i fedeli non hanno potuto partecipare fisicamente, ai riti religiosi nelle chiese, il web e le tv hanno trasmesso cerimonie e messaggi di speranza da parte dei parroci fino al Vescovo in ogni e dove. La città di Terni, oltre al Santo Patrono dell’Amore Valentino, annovera molti altri patroni, ma la più importante e prestigiosa e’ senza dubbio Maria Santissima della Misericordia che si venera nella apposita cappella nella cattedrale di Terni.
Apprendiamo dagli scritti di Pietro Montanari, che l’effige di questa Madonna, nel 1850 era di proprietà del Conte Giovanni Manassei. Il dipinto era nella camera dei suoi bambini. Fu la nurs a scoprire dei fatti prodigiosi attribuiti a quella immagine come ad esempio che muoveva gli occhi. Il conte di profonda fede, preso da meraviglia e anche da timore, dono l’effige al Vescovo di Terni, monsignor Antonio Magrini, affinché la sistemasse alla venerazione dei fedeli. Veramente l effige della Madonna, in varie occasioni, ripete il movimento degli occhi e tanta gente accorse per pregare e chiedere grazie, non solo dalla città ma anche da zone limitrofe.
Il 21 novembre 1850 il quadro fu collocato nell’attuale Cappella della Cattedrale di Terni.
Il 16 maggio 1896 si rinnovò il prodigio dopo la funzione serale, prodigio che si ripetè più volte fino all’agosto dello stesso anno. Dopo vari prodigi, nel 1897 fu nominata Maria Santissima della Misericordia e dichiarata patrona della Città e Diocesi di Terni. Il 1 maggio 1937 il Cardinale Nicola Canali incorono’ l’ effigie, in una solenne cerimonia, con una corona d ‘Oro donata dai fedeli e cittadini ternani.
Per ogni epidemia e per ogni calamita il popolo ternano si e rivolto alla sacra immagine ed e’ stata sempre esaudito. Anche con questo covid19 sembra che la popolazione, dai numeri in possesso, sia in parte preservata. Ma tutto dipende, per chi ha ovviamente ha fede e crede, dalla costanza nell’accettare la soluzione delle restrizioni in atto accompagnata dalla fede, la preghiera e la carità verso i più fragili e bisognosi. Fu istituita una Pia Unione di confratelli e coloro che pregavano e si attenevano al culto della Sacra Immagine, fu concessa una indulgenza di 100 giorni dal Vescovo di Terni Felice Bonomini. Alla Madonna si ricorreva per la guarigione dei malati: salus infirmorum, o salute degli infermi pregate per noi.
Apprendiamo dagli scritti di Pietro Montanari, che l’effige di questa Madonna, nel 1850 era di proprietà del Conte Giovanni Manassei. Il dipinto era nella camera dei suoi bambini. Fu la nurs a scoprire dei fatti prodigiosi attribuiti a quella immagine come ad esempio che muoveva gli occhi. Il conte di profonda fede, preso da meraviglia e anche da timore, dono l’effige al Vescovo di Terni, monsignor Antonio Magrini, affinché la sistemasse alla venerazione dei fedeli. Veramente l effige della Madonna, in varie occasioni, ripete il movimento degli occhi e tanta gente accorse per pregare e chiedere grazie, non solo dalla città ma anche da zone limitrofe.
Il 21 novembre 1850 il quadro fu collocato nell’attuale Cappella della Cattedrale di Terni.
Il 16 maggio 1896 si rinnovò il prodigio dopo la funzione serale, prodigio che si ripetè più volte fino all’agosto dello stesso anno. Dopo vari prodigi, nel 1897 fu nominata Maria Santissima della Misericordia e dichiarata patrona della Città e Diocesi di Terni. Il 1 maggio 1937 il Cardinale Nicola Canali incorono’ l’ effigie, in una solenne cerimonia, con una corona d ‘Oro donata dai fedeli e cittadini ternani.
Per ogni epidemia e per ogni calamita il popolo ternano si e rivolto alla sacra immagine ed e’ stata sempre esaudito. Anche con questo covid19 sembra che la popolazione, dai numeri in possesso, sia in parte preservata. Ma tutto dipende, per chi ha ovviamente ha fede e crede, dalla costanza nell’accettare la soluzione delle restrizioni in atto accompagnata dalla fede, la preghiera e la carità verso i più fragili e bisognosi. Fu istituita una Pia Unione di confratelli e coloro che pregavano e si attenevano al culto della Sacra Immagine, fu concessa una indulgenza di 100 giorni dal Vescovo di Terni Felice Bonomini. Alla Madonna si ricorreva per la guarigione dei malati: salus infirmorum, o salute degli infermi pregate per noi.