Questa sera alla rassegna di Moon in June “Lacustica” la voce raffinata ed elegante di Malika Ayane stregherà il pubblico della Rocca del Leone a Castiglione del Lago. Malika è “Una Ragazza” dal titolo del suo ultimo singolo dalle indubbie qualità artistiche e vocali che si sta caratterizzando per la qualità e l’originalità dei suoi progetti e testi che ormai compone quasida sola. In questo Malika Ayane Summer Tour 2022, sarà accompagnata da una band eccezionale composta da Stefano Brandoni alla chitarra, Andrea Andreoli al trombone, Raffaele Trapasso al basso, Carlo Gaudiello al piano e Phil Mer alla batteria.
Malika Ayane, “Una Ragazza”, dal titolo del suo ultimo singolo che canta tutta la freschezza degli anni Sessanta: ne è rimasta contagiata?
“Mah. Sono tanti anni che mi occupo di fare archeologia nel pop. Però in realtà questa volta volevo fare gli anni Sessanta attraverso gli anni Ottanta. C’è una scrittura filologica del brano, mentre per quel che riguarda l’interpretazione la scelta dei timbri e del movimento degli strumenti è proprio come se fosse la visione della Motown dei Ramones”.
Malika è anche una “ragazza” che ha dimostrato di possedere molte potenzialità diverse. Sono frequenti le sue incursioni, non solo musicali, nel mondo del cinema. Come vive questo rapporto e, come, dopo Evita, quello con il musical?
“Sogno prima o poi di fare qualcosa seriamente nel cinema. Mi piacerebbe tantissimo dare sfogo a quel tipo di interpretazione in un modo totale, quindi aspetto che arrivi l’occasione giusta e aspetto qualcuno che mi ‘adotti’, con la pazienza e l’affetto che serve per i non attori”.<CF1403>
Ma un’attitudine all’interpretazione attoriale, l’ha già dimostrata…
“Questa è stata proprio l’esperienza di Evita a insegnarmelo. Per esempio quando ogni sera uscivo dal palco e morivo ogni giorno dopo due ore e mezza di spettacolo autobiografico, ero in scena due ore e 28 minuti praticamente. In più la vita di Evita Peron è stata particolarmente intensa ed era formata di altissimi e bassissimi, per cui proprio me la sentivo addosso a fine giornata un po’ della sua essenza. E quindi lì ho capito che la cosa straordinaria che sa fare un attore e entrare perfettamente dentro una cosa ma anche uscirne abbastanza velocemente. Una cosa affascinante, ma anche difficile. Anche quando scrivo i brani, sia quando li scrivo io, sia quando li scrive qualcuno altro, anche se sempre più raramente, metto tutta me stessa, è me che metto nelle cose e nessun altro. Quindi se da una parte è un grande vantaggio, dall’altra è uno svantaggio totale”.
Malika è anche un soprano con la voce educata alla lirica, Malika è anche la “ragazza” dei Sanremo, dei Premi Tenco, del Premio Mia Martini. Malika, quando ha capito che ormai aveva sfondato il muro della notorietà e quando, più che in altre occasioni, si è sentita riconoscere le proprie qualità?
“Il muro della notorietà è una cosa così labile che secondo me non bisogna mai pensare a quello come un obiettivo, né un dato su cui contare tanto. La lezione più grande che mi insegnano artisti che stimo molto, da Nick Cave a Vinicio Capossela è non pensare a chi ti ascolterà, ma a fare musica. Mentre, per quel che riguarda il riconoscimento di quello che faccio, potrà sembrare ruffiano, ma devo dire che in questa tournée che è magari più piccola e meno spettacolare rispetto a tante altre che ci sono in giro, il fatto che ci siano delle persone che vengono e con cura e attenzione mi dedicano del tempo è la cosa migliore che io possa chiedere alla vita”.
La voce di Malika è caratterizzata da un doppio registro, dote naturale che la rende particolarmente affine al growl, al jazz, alla black music. Malika ci ha mai pensato?
“Sì, sto ancora sognando due cose: una di fare un disco di soul, magari tradizionale però con dei suoni che possano essere stati fatti benissimo sia oggi che 40 anni fa, è il vantaggio del nostro tempo. Poi mi piacerebbe fare un lavoro di sperimentazione sul ‘tricot’, una musica che ho amato tantissimo e che meriterebbe una riscoperta da parte delle nuove generazioni”.
Dagli esordi ad oggi. Dopo il contratto con la Sugar di Caterina Caselli, la strada di Malika è sembrata in discesa…
“Ormai 15 anni fa. Ma più che in discesa, la prima cosa che Caterina mi ha insegnato è che non c’è mai un momento in cui le cose sono in discesa. Ogni lavoro e ogni disco ha una vita propria e si ricomincia sempre daccapo. Ho visto cambiare molto il tempo e l’approccio alla musica. Se tanto si parlava del passaggio da cassette a cd, il passaggio da cd a digitale è stato proprio un cambio epocale. Io stessa sino a due dischi fa non potevo neanche immaginare quanto si potesse facilmente fare un lavoro di produzione senza mai incontrarsi. Una cosa oggi possibile, così come fare un disco in cameretta usando il multipista e realizzare un disco sperimentale; oggigiorno è la consuetudine che chiunque possa decidere di realizzare un lavoro discografico da casa sua soltanto con un computer e una scheda audio. Lo trovo tanto affascinante quanto spaventoso”.