Madonna col Bambino del XIV di San Claudio di Serravalle restaurata: un vero gioiello

SERRAVALLE DI NORCIA – In quel solitario e mistico angolo di bosco racchiuso nella gola verdeggiante  di Serravalle, li a mezza costa spunta tra le piante di leccio l’abbazia di San Claudio, con lo settanta campanile a guglia che sfida da secoli terremoti e i temperie.

Abbazia di San Claudio a Serravalle di Norcia: il campanile a guglia

Lì in quel luogo, oggetto di fede e preghiera, ci si può ritrovare dopo una lunga escursione tra eremi e abbazie, che dalla Valnerina, giunge fino alla Valcastoriana. San Claudio, oggi anche se alcuni interventi di consolidamento sono stati effettuati per bloccare il degrado e i crolli, la chiesa al suo interno ormai e’ priva di suppellettili e arredi. Fortunatamente qualcosa è stato salvato e si puo’ ancora ammirare presso il museo diocesano di Spoleto all’interno dell’ area della chiesa di Sant’ Eufemia. Il museo, un contenitore ricco in assoluto di opere d’arte provenienti da numerosissime chiese della diocesi Spoleto Norcia. Qui di San Claudio di Serravalle e’ la Madonna col Bambino del XIV secolo restaurata e riportata al suo originario splendore dal Coo.Be.C, Cooperatica Beni Culturali. Anche se il pezzo, in origine, doveva essere inserito o in un baldacchino o addirittura in un trono. Ma andiamo a conoscere da vicino il pezzo, anche se non siamo certi che i colori attuali, dopo il restauro si avvicinino a quelli originali.

Museo Diocesano di Spoleto: Madonna col Bambino XIV secolo

La Vergine Maria indossa un manto blu dalla testa ai piedi. Una tunica rossa con piccole decorazioni a mo’ di giglio dorate. In testa una semplicissima corona. Tiene sulla mano sinistra il Bambino Gesù sul piede mentre la mano destra poggia sul ginocchio. La tunica e fermata al giro vita, mentre lo scollo del vestito e’ ricamato con piccole greche in oro. Il Bambino indossa una tunica rosacea, con la mano sinistra regge la sfera del globo, e con la  destra rialzata benedicente.

Lo sguardo della Madonna e’ fisso perso nell’orizzonte, mentre il Bambino sembra accennare un sorriso. Il pezzo risente dello stile umbro dell’epoca già notato in altre opere disuguale soggetto a Cascia, Norcia e sellanese. Qui la sacra rappresentazione rompe la staticita’ data dall’accennato movimento del piedino del Bambino rimasto sospeso appena sopra la mano destra della Madre. Cosi e’ stato voluto e realizzato forse dalla committenza o dall’ autore per far sì che i fedeli avessero baciato sia la mano della Vergine  sia il piedino del Figlio. Insomma un pezzo raro di devozione popolare che rimanda  chiaramente alla grande venerazione nella chiesa abbaziale di San Claudio da parte del popolo non solo residente ma soprattutto dei pellegrini. Tuttavia, tra le varie mete dei pellegrini, un tempo,  guarda caso, anche oggi, San Claudio torna ad tessere oggetto di sosta e preghiera,  non solo per la presenza di una fonte di acqua  miracolosa ma per onorare la sacra immagine di Maria e il Figlio, anche se non più presente.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.