TERNI – Nella notte più lunga dell’anno, Visioninmusica ha celebrato la Festa della Musica con un doppio concerto all’Anfiteatro Fausto. Il pubblico c’era, distanziato, entusiasta e di tutte le età. L’atmosfera era quella giusta: rilassata e ottimista.
Aprono i Machine Head Quintet che presentano Runaway, l’ultimo lavoro. Due fiati – sax e trombone – un basso, tastiere e batteria creano un mix armonioso che spazia agilmente tra i generi. L’elettronica è il fil rouge che unisce le sonorità, dialogando creativamente con il rock, il funky, il jazz. Un catalogo creativo dove i cinque musicisti si muovono senza soluzione di continuità restituendo uno spaccato che accontenta tutti. Sei i pezzi eseguiti, tra cui trova spazio un superbo omaggio a Smoke on the Water dei Deep Purple: riverberi dove il suono si espande e le percussioni creano solidi muri sonori che fanno pensare alla tradizione stoner più autentica. Ma la vera sorpresa è Something Like This che ci viene presentata come un viaggio in mongolfiera. E qui la musica riesce a tradurre l’aria: l’incedere tra alti e bassi dove i virtuosismi dei cinque musicisti trovano democraticamente ognuno il proprio spazio.
I Machine Head sono: Marco Postacchini – sax, flauto, clarinetto basso, efx; Massimo Morganti – trombone, efx; Roberto Gazzani – basso elettrico, progr. computer; Andrea Morandi – batteria e Nico Tangherlini – tastiere.
Dieci minuti di pausa e sale sul palco l’Orchestra Magna. Silvia Alunni li presenta come l’ensemble che riunisce alcuni tra i migliori musicisti umbri ma la realtà in questo caso, supera ogni migliore aspettativa. Sono giovani, talentuosi e sono tanti, in undici a infuocare il palco. L’attacco latin percussivo che vira presto verso altre contaminazioni, ci dice subito che questo concerto sarà un susseguirsi di sorprese. L’amalgama è frizzante, anima il pubblico con pezzi che vanno dal rock alla delicatezza di Quando, quando, quando intonata con l’ukulele da Marialuna Cipolla. Il momento più toccante è certamente l’omaggio a Marco Collazzoni, recentemente scomparso, con Vale la pena vivere. Un pezzo che avvolge tutti, musicisti e pubblico e li fonde in un sentimento comune che è la consapevolezza di aver perso un grande e la fortuna di averlo conosciuto. Segue una cover pazzesca di Nero Vivo dei Quintorigo con Alessandro Giammari e poi sale sul palco un’altra sorpresa: Giulia Leonardi con Sei Tu che con voce profonda esplora ogni sfumatura dell’intensità. In chiusura due singoli. L’ultimo, Messaggio Subliminale, è inedito e ce lo regalano stasera, per la prima volta. Lorenzo Agnifili, la voce che abbiamo ascoltato più volte nel corso della serata, come sempre non delude. Dieci pezzi e dispiace veramente che il concerto sia già finito.
L’Orchestra Magna è composta da: Lorenzo Agnifili – voce e pianoforte; Marialuna Cipolla – voce; Alessandro Giammari – voce; Antonio Mandosi – tromba; Lorenzo Bisogno: sax tenore; Riccardo Bussetti – sax baritono; Massimo Colabella – chitarra elettrica; Cristian Pratofiorito – tastiere; Alessandro Bossi – basso elettrico; Tiziano Tetro – batteria e percussioni e Fabio D’Isanto – batteria.
Dopo oltre un anno in cui i concerti sembravano un lontano miraggio, la serata di ieri è stata un dono: per i musicisti che finalmente ritornano al loro lavoro e per il pubblico, che non vedeva l’ora di tornare.
Sara Costanzi