TERNI – Dopo una inesorabile malattia, è morto Augusto Visconti. La città di Terni ne rimpiange le sue qualità di imprenditore illuminato e innovativo. Non solo tipografo. Augusto era molto di più. Sguardo perennemente scanzonato a dispetto di ogni difficoltà, uomo intelligente, colto, sensibile e generoso, il titolare della tipolitografia Visconti, fondata dal nonno nel 1906, aveva una visione ed era un piacere per tutti confrontarsi con lui.
Negli anni ’70 e ’80, dal cinema Primavera al Typocinet, cinema d’essai e piccolo teatro d’avanguardia ricavato in un locale attiguo alla sua attività in via Campofregoso, era in prima linea nella produzione culturale ternana. Con lui, l’amatissima moglie Katia, con la quale condivideva il lavoro e l’idea di una società libera e aperta, i figli Michelangelo e Alice, cresciuti a suon di jazz e valori “antichi”. Chiusa l’attività, Augusto aveva potuto dedicarsi con maggior tranquillità allo studio della medicina alternativa, allo sport e il suo impegno politico era andato nella direzione dell’emergenza ambientale. Facile incontrarlo alle manifestazioni contro gli inceneritori accompagnato da Antonella, la donna che sembrava aver mitigato il senso di perdita assoluto vissuto dopo la morte di Katia, il cui ritratto in gigantografia continuava ad apparire sulla facciata della tipografia ad ogni anniversario.
Augusto se n’è andato a settantasei anni. La malattia sopraggiunta nell’ultimo anno non gli ha lasciato scampo e grande è lo sgomento tra chi ha avuto il privilegio di incontrarlo.
“A solo sette anni eri salito sul terrazzo del palazzo e di nascosto liberato tutti gli uccelli della voliera di tuo zio. E’ bello immaginare che tu ora possa finalmente librare proprio come loro, Babbo” – è il commovente post d’addio dei suoi figli.
Lorella Giulivi