LUGNANO IN TEVERINA – La Summer School in Roman Pottery di Archeologia è un programma di quattro settimane progettato per introdurre all’analisi della ceramica degli antichi Romani. Lo stanno frequentando cinque studenti nord americani e una neozelandese a Lugnano in Teverina. I giovani archeologi opereranno tra il museo archeologico che custodisce i reperti della Villa Romana di Poggio Gramignano (nella foto di copertina), la sala Pimpolari della Fabbrica, trasformato per l’occasione in laboratorio didattico, e il sito archeologico di Poggio Gramignano. Il direttore dei corsi sarà Archer Martin uno dei primi archeologi che negli anni 80, insieme al professor David Soren, partecipò agli scavi della villa romana.
Oggetto di studio la ceramica romana. Gli studenti ne impareranno le nozioni fondamenti attraverso seminari e visite sul campo anche negli antichi centri di produzione. Nella prima parte del corso verranno presentati i concetti generali e le singole classi ceramiche con le loro caratteristiche, funzione, datazione e provenienza. Nella seconda metà, i partecipanti applicheranno le loro conoscenze sulle ceramiche rinvenute nei pressi di Lugnano nel corso delle varie campagne di scavo.
“I frammenti di vasellame – si spiega nella nota stampa – costituiscono i reperti più comuni in ambito archeologico. Offrono prove importanti per lo studio del commercio, delle relazioni e degli scambi economici, sui consumi alimentari e altri aspetti identitari del luogo di ritrovamento. Gli studi sulla ceramica costituiscono quindi una parte essenziale di qualsiasi formazione archeologica le cui basi possono essere apprese solo attraverso il contatto diretto con materiale ceramico.I partecipanti del corso avranno anche la possibilità di effettuare escursioni e visite ai siti archeologici come quelli di Montecchio e Baschi e il museo archeologico di Amelia. L’amministrazione comunale ospiterà i ragazzi nelle varie manifestazioni culturali che si terranno nel mese di giugno. Dal 3 luglio arriveranno gli archeologi delle Università di Tucson, Stanford e Yale per riprendere la campagna di scavi interrotta per due anni dal Covid.
Foto di copertina: orvietonews.it