GUBBIO – Grande successo di pubblico per le proiezioni di “Lucigrafie”, il film sperimentale che ha raccontato il 15 maggio 2020 in un inedito esperimento di video mapping “in absentia”. Una riflessione artistica di enorme valore, quella firmata dal regista musicologo Francesco De Melis, capace di far vibrare la Festa in uno spazio percettivo inedito e di emozionare profondamente i tanti spettatori.
Il film è stato trasmesso nel chiostro di San Pietro venerdì e sabato, alla presenza di più di 500 persone e del regista, che, nel presentare il suo lavoro, ha parlato della “celebrazione di quello che Echkart definiva “vuoto d’anima piena”, e di un desiderio fervido, quello di dar vita alla festa, che quest’anno più che mai ha attraversato il cuore degli eugubini e come un’ombra li ha seguiti sempre, senza lasciarli mai. Tanto più – ha aggiunto il regista – il desiderio quest’anno ha coinciso con l’ombra, perché la festa non si è potuta abbracciare. Con questo film – ha chiuso De Melis – celebriamo dunque l’ombra, il fervore del desiderio, che abbiamo voluto amplificare nella trasparenza del grande affresco digitale che da stasera abita tra i fotogrammi di un film sull’assenza”.
Alla prima del film, oltre al regista, erano presenti Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Stefania Baldinotti, responsabile dell’archivio audiovisivo dell’Istituto, Luca Ruzza, progettista della Open Lab Company, e Patrizia Nardi, responsabile tecnico scientifico della Rete delle Macchine a spalla. Il progetto “Lucigrafie”, a cura di Comune di Gubbio, Istituto centrale per il patrimonio immateriale e Rete delle grandi macchine a spalla, sottolinea ancora una volta la condivisione di intenti, passioni, progetti, prospettive e percorsi degli enti coinvolti.
In questo senso, a latere della proiezione, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e il Comune di Gubbio hanno siglato una lettera d’intenti. Comune e Ministero, con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, collaborano già da diversi anni nell’attuazione di buone pratiche di salvaguardia e progetti di valorizzazione e promozione del patrimonio immateriale. Al fine di rafforzare i contatti e le collaborazioni di cooperazione scientifica, culturale ed economica, Istituto e Comune di Gubbio si sono impegnati, nel dettaglio, nella “sperimentazione di metodologie partecipative di identificazione, ricerca e documentazione del patrimonio demo etno antropologico e immateriale e nell’elaborazione e sviluppo di progetti di salvaguardia e trasmissione, anche in collaborazione con le comunità e le istituzioni scolastiche locali, nonché nella progettazione e realizzazione di attività espositive e di installazioni visive temporanee di tipo immersivo, aventi per oggetto il patrimonio culturale immateriale”. Il sindaco di Gubbio Filippo Stirati, nel siglare l’intesa, ha sottolineato “l’importanza dell’accordo nell’ottica di una sempre più proficua collaborazione con il Ministero e con l’Istituto nella tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio eugubino nelle sue molteplici e variegate declinazioni: dai saperi artigianali alla definizione del paesaggio, dalla creatività artistica alla cultura alimentare fino alle pratiche festive e devozionali”.