Luca Gammaitoni, ordinario di Fisica: “La curva epidemica dell’Umbria mostra il primo segnale di rallentamento”

PERUGIA – Nelle nostre scuole, nelle aule dei licei scientifici o delle università, si studiano la matematica e la fisica, ma spesso, per gli studenti è qualcosa di astratto. L’epidemia, oltre ad aver rivoluzionato consuetudini e abitudini, causato sofferenze e dolore, accentuato una profonda crisi economica e tanto altro, ha messo in luce quanto queste materie scientifiche siano di grande aiuto nella quotidianità. Come ci spiega il professor Luca Gammaitoni, ordinario al Dipartimento di Fisica e Geologia all’università di Perugia: “Sono un fisico, mi occupo di analisi dei dati e di modelli matematici e le epidemie seguono modelli semplici e relativamente prevedibili”.

Modelli che si studiano anche nei nostri licei?

“Premesso che, a livello nazionale, c’è stato un deficit di comunicazione sul Covid in generale, per cui non si sono mai spiegate bene le cose, agli studenti dico solo che la matematica che si studia, a esempio in un liceo scientifico, è la stessa che serve agli scienziati per analizzare queste curve epidemiche”.

Qual è il loro andamento?

“Hanno un andamento a campana: iniziano lentamente, poi c’è una fase di crescita veloce detta esponenziale, in cui tutti si accorgono dell’epidemia; si raggiunge una zona di flesso, in cui la velocità di espansione rallenta, per arrivare al massimo, con il numero più alto di persone infette. E, infine, la regressione. Quest’ultima fase si ha perché, da un lato le persone guariscono o purtroppo muoiono e dall’altro, perché ci sono meno persone che possono infettarsi”.

A che punto siamo in Umbria?

“Siamo alla terza ondata, abbiamo questa curva a campana e dopo un mese e mezzo di crescita continua, ora mostra il primo segnale di rallentamento e speriamo nei prossimi giorni di arrivare al massimo di questa campana, per poi cominciare a scendere.

In questo momento, i dati ci autorizzano a essere più ottimisti, dovremmo muoverci entro il raggiungimento del massimo. Oggi, mi aspetto che i dati dei nuovi positivi siano inferiori a 300 e questo sarebbe un bel segnale. Ma occorre usare il condizionale, perché le curve funzionano su un comportamento medio della popolazione. Nella nostra regione, la popolazione è relativamente piccola, e dove il numero dei dati è minore, subentra il fenomeno delle fluttuazioni”.

Quando si ha una fluttuazione?

“Per esempio, in un piccolo comune, la scoperta di un focolaio può cambiare molto. Tanto che da comune a comune c’è una grande variabilità: a Foligno la situazione ora è più veloce, mentre a Gualdo Tadino si sta andando verso il basso e a Perugia rallenta”.

Quanto incide il vaccino sulla curva?

“Il fatto che una frazione piccola si vaccini influisce sulla curva e accelera il raggiungimento del massimo picco e quindi la sua diminuzione. Ma ci troviamo di fronte a una quantità limitata di vaccini e, per questo, vanno fatte delle scelte. A chi dare la precedenza? Io farei questo ragionamento: dovremmo intercettare i super diffusori, coloro che più di altri contagiano e da lì partire. Perché non tutti i soggetti che si ammalano hanno la stessa capacità di contagiare allo stesso modo. Un operatore sanitario incontra sicuramente più persone e infetta più persone. Così gli studenti: andrebbero vaccinati anche loro con una certa priorità. Bisognerebbe, poi, analizzare le cause per cui l’Umbria ha avuto un trend anomalo rispetto al resto del paese e da qui partire per altre valutazioni”.

Gaia Nicchi

Redazione Vivo Umbria: