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L’omaggio a Lucio Dalla del trio Servillo, Girotto e Mangalavite

TREVI Un gremito Teatro Clitunno ha accolto ieri sera, 12 maggio, il trio di Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite. Previsto in un primo momento per lo scorso 24 marzo lo spettacolo è stato spostato a ieri sera.

Non è certo facile rendere omaggio all’opera di un musicista che è stato, e continua ad essere, un pilastro di quest’arte come Lucio Dalla, ma l’affiatato trio l’ha fatto in maniera pregevole.

Il mio sentore è che il concerto sia iniziato un po’ in sordina, come ci fosse una sorta di timore reverenziale nel presentare il repertorio del musicista bolognese anche se sono bastati un paio di brani ed il trio ha trovato la chiave di volta per coinvolgere i presenti.

Natalio Mangalavite

La serata si è aperta aperta con il brano Soli io e te dall’album Bugie del 1985 per proseguire con Tu non mi basti mai e La casa in riva la mare, tra i capolavori del cantautore.

A seguire Mangalavite è rimasto solo sul palco in un intermezzo in cui ha intonato dei vocalizzi accompagnandosi con il piano elettrico per eseguire la sua composizione Mare di stelle.

A riprendere il fil rouge della serata ci hanno pensato prima Stella di mare e successivamente Balla balla ballerino prima di uno momenti a mio avviso migliori.

Peppe Servillo

Difatti Javier Girotto ha imbracciato il sax baritono per un’ottima reinterpretazione di quello che probabilmente è il brano più conosciuto di Dalla, 4 marzo 1943; davvero efficace ed azzeccata.

Altro spazio indovinato quello dedicato a Se io fossi un angelo; prima dell’esecuzione Servillo, con la mimica e la maestria che gli sono proprie, ha letto alcuni pensieri dell’autore sul brano; a tal proposito in questo periodo storico avremmo proprio bisogno di un angelo a proteggerci.

Ad alzare ulteriormente il livello della performance Caruso, brano che venne dedicato al grande cantante lirico e omaggio ad una terra amata come poche da Dalla.

Javier Girotto

La parte finale dell’esibizione ha proposto Anna e Marco e L’operaio Gerolamo, che ha visto Girotto lasciare i fiati per percuotere un tamburo; agganciandosi al brano del 1973 Servillo ha sottolineato la valenza politica del testo; stuzzicato dal pubblico ha poi ricordato come, a suo avviso, spesso dietro l’impegno politico si sia celato qualcosa che poco aveva a che fare con la musica.

A concludere la serata, dall’album in coppia con Gianni Morandi del 1988, il cui tour portò i due artisti bolognesi ad esibirsi anche nella nostra regione, nella piazza antistante alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, è stata la volta del brano, scritto da Mogol e Mario Lavezzi, Vita, con Girotto ancora al sax baritono.

Mancava ancora qualcosa; precisamente il brano che ha regalato il titolo a questo spettacolo; ed allora, richiamati i musicisti sul palco a gran voce dal pubblico, nell’aria sono risuonate le note e le parole de L’anno che verrà, pretesto per una performance musicale e giocosa con il cantante napoletano a dialogare con il pubblico su vizi e virtù della società.

Infine anche l’esecuzione di Felicità è stata caratterizzata dall’interazione con i presenti spingendoli più volte ad intonare le strofe del notissimo brano, non prima che con un siparietto spesso utilizzato, il buon Servillo incentivasse alla conservazione della memoria dello spettacolo attraverso l’acquisto del supporto fonografico.

La copertina dell’album del trio

I tre musicisti, nel decennale della scomparsa, hanno dato vita ad una bella serata nel ricordo del grande artista bolognese.

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