FERENTILLO – E così e’ giunto anche dicembre con le sue tradizioni popolari ma soprattutto religiose che ci indirizzano verso il Natale. E l’ otto dicembre con la festività della Immacolata si apre per il mondo cristiano una lunga serie di simboli e tradizionali riti. Si inizia quindi con il principale evento dell’otto dicembre dedicato alla Madre di Gesù. Ma andiamo con ordine.Molte sono le chiese, i santuari, le edicole e le cappelle a Maria dedicate non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli centri, in questo caso nelle campagne umbre. La Valnerina ha da sempre un culto particolare, come dimostrano gli affreschi del Lippi alla cattedrale di Spoleto alle immagini mariane degli Angelucci, Sparapane, Jacopo Siculo, Dono Doni, Orlando Merlini, Perino Cesarei, Lo Spagna, Piermarino di Giacomo, Giovanni di Girolamo Brunotti, il Tamagni ecc…Questa volta, un artista, (secondo me potrebbe essere Perino Cesarei), ha lasciato un opera d’arte che vale la pena di conoscere e ammirare.Alla Collegiata di Santa Maria di Matterella, dopo un accurato restauro un altro gioiello riportato al suo originario splendore è l’altare dell’Immacolata. Da tempo ormai che la comunità assiste alla restituzione di importanti opere, testimonianze di arte e devozione, lasciateci in eredità dai nostri antenati. Ferentillo è copioso di beni storici e artistici, e la Collegiata da Matterella ne è un esempio di immenso patrimonio, dato dalla innumerevole quantità di opere, distinte in affreschi, tele, suppellettili, ma non solo nell’edificio ma anche nelle chiese delle frazioni dislocate in ogni luogo del territorio comunale, da quelle piccole delle frazioni a queste più grandi del capoluogo. Recuperare e salvaguardare tali testimonianze, accresce il bagaglio culturale delle comunità locali, stimolando i giovani alla conoscenza di un patrimonio legato alla fede e alla tradizione. Questa opera, quindi, in tutta la sua originalità e splendore della Giovin Madre, si mostra a noi con tutta la sua dolcezza, freschezza e genuinità, ammirarla riscalda l’anima e intenerisce il cuore. Il dipinto è nell’ iconografia classica, ossia la Vergine poggia i piedi sulla luna e insidia con il piede il demonio effigiato come un drago. Ai due lati della Madonna sono stati dipinti i simboli Mariani tratti dalle Sacre Scritture, mentre all’estremità il sole e luna e due cherubini che sorreggono la corona. In basso le immagini, dei Santi Pantaleo Martire e Giacinto e al centro l’arma del committente con le iniziali T. M. Scarsa l’interpretazione della scritta posta sotto le due figure. Il piccolo dipinto nella cimasa raffigura l’ immagine di una bambina con i piedi nel mare, con in mano due conchiglie da cui versa acqua.Nel cartiglio, ai suoi piedi, è scritto: QUASI AURORA CONSURGENS (raffigura l’allegoria dell’ aurora). La macchina d’altare, formata da intagli e rilievi in legno con fregi sulle due colonne decorate con grappoli d’uva, terminanti con capitello corinzio; al centro sull’ architrave è posta in caratteri classici in lamina d’oro la seguente scritta: CONCEPTE. VIRG. DEI. PARED. L’ altare è collocato nel presbiterio a sinistra dell’altare maggiore inserito nel muro del pilastro. L’ altarolo, è interessante dal punto di vista storico artistico. Realizzato in pietra è sorretto da due colonne massicce ai lati smussate e bucciardate.Fu realizzato sullo scorcio del XVI secolo dai Maestri lombardi (scalpellini e muratori) insieme all’altare maggiore e l’altro altarolo sul pilastro opposto, alle paraste delle navate laterali della chiesa e le colonne.