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Lettera aperta dei genitori del liceo Classico di Perugia: “Tanti perché senza risposta”

PERUGIA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviataci dai genitori del Liceo Classico Annibale Mariotti di Perugia sottoscritta da 350 persone. E’ rivolta all’Ufficio Scolastico Regionale e si riferisce a problematiche, evidentemente irrisolte, che riguardano didattica e servizi scolastici e supporti tecnici. Nella chiosa della lettera pare di capire che tra la dirigente scolastica, professoressa Giuseppina Boccuto, e gli scriventi non c’è stato dialogo. Seppure questi ultimi abbiano, a quanto affermano, tentato più volte di attivarlo.

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“Dopo mesi e mesi di tentativi di comunicazione, di richieste di confronto ignorate, di problemi minimizzati, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente all’Ufficio Scolastico Regionale. 

Difficoltà nella connessione internet da scuola a un anno dall’inizio della pandemia, una strumentazione informatica non adeguata, qualsivoglia attività extracurricolare sospesa, ostacoli su ostacoli di fronte a qualsiasi richiesta, anche le più accorate, come la possibilità per gli studenti di frequentare regolarmente le lezioni in DDI se in quarantena ma in buona salute (come tra l’altro espressamente previsto dalla legge), vedere mille proposte fatte alla Scuola dalle Università, da associazioni e da Enti territoriali per i percorsi di alternanza scuola lavoro e di orientamento respinte al mittente a priori, senza minimamente preoccuparsi del fatto che avrebbero potuto rappresentare per i ragazzi opportunità e occasioni di crescita… Tutto questo e molto altro ci ha spinto alla fine a esprimere nero su bianco il nostro malessere.

In un tempo tanto difficile, nel quale siamo messi tutti a dura prova – scrivono i genitori dei liceali – alcuni potranno pensare che i contatti degli studenti degli ultimi anni con l’Università siano poca cosa o che le attività pomeridiane, per di più a distanza, siano poca cosa. Che c’è di peggio, rispetto al sentire un docente a scatti o vederlo scomparire dal monitor? C’è sicuramente di peggio, ma la domanda è: perché? Perché gli studenti devono sentire i loro docenti a scatti, quando il ministero da mesi ha stanziato fondi su fondi per adeguare la connessione internet, la strumentazione informatica, le aule? Perché precludere a uno studente liceale alla fine del suo percorso scolastico un’esperienza formativa con l’Università? Perché costringere uno studente, che già vive lo stress della quarantena a perdere lezioni o a partecipare solo come uditore? La domanda è: perché? A chi giova?

Ecco, noi chiediamo questo. Perché? Perché costringerci a rivolgerci all’esterno, quando in tante occasioni abbiamo chiesto un confronto interno?”.

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