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L’Estate di san Martino si regala KIM: il quinto disco di una lunga storia

PERUGIA – Promessa mantenuta. Per primi a loro stessi. Continuare a fare musica finché avrebbero avuto l’urgenza di dire. Un patto sancito nel 1975 da L’Estate di san Martino. Tutti hanno mantenuto fede alla loro missione. Un’etica di pensiero, una coerenza musicale, una costante ricerca sonora, timbrica, ritmica che facesse del prog una musica “viva” con tutte le nostalgie che si devono a chi, di quel genere, ha creato mattoni su cui nel tempo sono stati costruiti palazzi rivelatisi incrollabili: sulla parte nera della luna, come nel caso dei Pink Floyd, sulle visioni colte, come nel caso dei Genesis e degli Yes, sulla tecnica come per i Van der Graaf Generator. E la lista è lunga. Corroborata peraltro, su tutti ma non solo, da PFM e Banco a casa nostra. Non a caso, del resto, Steve Hackett, Francesco Di Giacomo e Bernardo Lanzetti compaiono proprio nella discografia di ESM.

Torniamo alla notizia. Oggi, 11 novembre giorno de L’Estate di san Martino, dicevamo, è uscito KIM. In una giornata di sole che in autunno che si vorrebbe freddo, cupo. Un mantello, per la tradizione cristiana che si offre a chi ne ha bisogno. Un coraggioso, sfrontato, impegnato manifesto per la musica proclamato a Perugia, dentro uno dei tanti garage che allora ospitatvano idee. E sogni.

Quei ragazzi del 1975 lo hanno sottoscritto. E osservato nel tempo. Imponendosi il rispetto di chi con la musica vuol “dire”. Lo hanno fatto partendo da storie di personaggio inventati: Alder, Febo, Talsete di Marsantino e, stavolta, con Kim, da uno spunto di cronaca che poi ha lasciato il posto a elaborazioni scevre dal contesto preso a pretesto. Per parlare di che? Di darwinismo, di transumanesimo, di crionica. In sostanza dell’eterno conflitto fra religione e scienza ma soprattutto del limite ultimo a cui l’Uomo si può spingere.

Il tema ha richiesto alla band anche la ricerca di coordinate sonore verso un prog sperimentale, seppure con le loro immancabili sezioni acustiche contrassegnate dalla chitarra 12 corde. Il risultato finale è che l’album ha una forte sperimentazione riguardo i suoni e loop ritmici curati da Stefano Tofi, con Sergio Servadio che anche stavolta, e una volta in più, mostra il suo immensoe originalissimo gusto di una batteria mai banale. Non basta: KIM  segna anche l’ingresso del cantante, Andrea Pieroni, voce che disegna e connota oltre i confini le liriche scritte.

Gli altri componenti sono anch’essi storici. Il fondatore Marco Pentiricci è il polistrumentista della band, colui che dai fiati agli strumenti a corda nulla esclude con il coraggio della sperimentazione mai fine a se stessa. Poi il basso di Massimo Baracchi e del suo bass pedal che connota le armonie del gruppo con gusto e sapienza. Infine le chitarre, copiose: quelle elettriche di Luca Castellani e quelle acustiche 6 e 12 corde di Riccardo Regi che anche stavolta ha scritto la storia originale da cui prende spunto il disco.

Vale la pena dire che ESM ha sempre tenuto ai rapporti professionali basati sulla reciproca  stima. Nel loro caso tutto ciò si traduce in un nome, Matthias, e in un cognome, Scheller e nella coraggiosissima sua etichetta indipendente AMS Records. Cinque dischi, tutti insieme a lui.

Come sempre, il giudizio spetta a chi ascolta, al di là delle pur solide premesse di ESM. E allora queste le coordinate per chi vuole provare ad ascoltare. Magari un po’ più in là.  In tutti i sensi. E la splendida fotografia di copertina di Franco Prevignano, del resto fotografo professionista è, può essere un buon abbrivio.

YouTube https://lestatedisanmartino-ams.bandcamp.com/album/kim ehttps://www.youtube.com/playlist?list=PLxq0NvHXVd_BqZMYVZB2XRKsmBigPOjsf.

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