Leonessa, al confine con l'Umbria è lei la regina della Montagna

LEONESSA – Aspettando che il prossimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte dia respiro al territorio con graduali spostamenti in realtà ad alta valenza turistica e storica, ci dirigiamo con i nostri itinerari nel territorio a cavallo tra due regioni Umbria e il Lazio. Il Reatino e’ stato sempre una realta’ che con l’ Umbria ha avuto a che fare, non solo per le vicende storiche, ma anche, nel corso dei secoli, socio politiche e geografiche,  sopratutto con la provincia di Terni.

Leonessa, chiesa di San Pietro e convento innevati

Leonessa, chiesa di San Pietro

Questa volta trattiamo di Leonessa, (Gonessa) posta proprio sul confine con la nostra regione, tra le montagne, a 974 metri sul livello del mare alle falde della catena montuosa del Terminillo. Leonessa, famosa per il Palio del Velluto, stupendi costumi, e i suoi Sesti: Corno, Croce, Torre, Terzone, Poggio, Forcamelone ha una storia affascinante; la prima versione degli statuti li ebbe nel 1378 dal vicario regio Ciuffuto de Ciuffuti. Ricca di avvenimenti e personaggi: il Santo Francecano Giuseppe da Lenessa, Marherita d’Austria, Bixio Cherubini, Durante Dorio, tanto per citarne alcuni,  ma anche pittori: Santoro, Boccanera, Colantoni, ecc… Monumenti di grande rilevanza storico artistica e devozionale decine di artistiche chiese conventi, ma anche tantissimi edifici privati. Palazzetti gentilizi con ricchi portali e stemmi di famiglie illustri come: Palazzo Mongalli XV- XVI secolo; palazzo Bisini XVI secolo; Palazzo Morelli XVI secolo; Palazzo Giudici XVI secolo; Palazzo Vanni XVIII secolo; Palazzo Viscardi XVI -XVII secolo; Palazzo Cherubini; Palazzo Ettorre XVII – XVIII secolo; Palazzo Clivi Foglia XV sec. Palazzo Cocci XVII – XIX secolo;  Palazzo Dionisi XVIII; Palazzo Antonelli XVII sec; Palazzo Carocci Colandrea XVII- XVIII sec; Palazzo Zelli Cherubini XVI sec; Palazzo Viscardi Lelli XVIII sec; Palazzo Fornari XVIII sec. Palazzo Falconi XVI secolo; Palazzo Alfieri XVIII sec; Palazzo Labella.
Leonessa, chiesa di San Pietro, tavola di Jacopo Siculo (1543)

Insieme al cultore di storia leonessana Luigi Nicoli, tramite i suoi scritti, questa volta, andiamo a varcare la soglia del monumento simbolo e caro ai leonessani ossia la chiesa agostiniana di San Pietro, il convento, tutto situato nell’ estremita della piazza principale. Qui avveniva fino al XVII secolo il giuramento dei Priori. Subi i danni del terremoto del 1703 e quindi quello che attualmente si ammira e anche frutto di restauro e consolidamento. L’ edificio e’ composto da due parti: chiesa superiore e quella inferiore (forse la primitiva chiesa). In origine forse doveva essere intrecciata navate con tre campate. La chiesa superiore si fa datare al XIII – XIV secolo. La facciata e il Campanile invece si fa risalire al XIV – XV secolo. Sul portale la data 1467 e lo stemma di Leonessa. La facciata, in stile romanico, e stata realizzata in conci di pietra rossa a coronamento orizzontale.
Leonessa,il magnifico portale della chiesa di San Pietro

Il portale formato da un arco a tutto sesto, in stile gotico – romanico abbruzzese, in pietra rossa locale presenta colonnine alternate liscie e tortili con capitelli Corinzi. Nella lunetta sono dipinti simboli dell’ordine Agostiniano. Il campanile termina con l’alta cuspide ottogonale, e decorazioni in pietra ispirati a stile francese del XIII secolo.  Nel XVII secolo furono aggiunti alcuni altari. La chiesa superiore presenta importanti opere d’arte.
Leonessa, chiesa di San Pietro, dipinto di Giovanni Gianfranco da Parma

La principale e’ senza dubbio la grandiosa Pala con lunetta e predella raffigurante l’ Assunta  e la Dormitio Virginis. Il dipinto su tavola (4,55×2,70) realizzato nel 1543 da Giacomo Santoro da Giuliana detto Jacopo Siculo nato a Giuliana in provincia di Palermo nel 1548 e morto a Rieti nel 1544.
Leonessa, chiesa di San Pietro,gruppo in terracotta policroma del XVI secolo

L’ attribuzione al Santoro si deve a Durante Dorio. Successivamente si lesse il nome scritto su un cartellino posto in basso alla sinistra. Altro dipinto questa volta su tela raffigura la Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano del 1605; di Simone Pignone di scuola Emiliana e’ la tela raffigurante la sacra famiglia del XVII secolo; altra opera bella di questa chiesa e’ il dipinto su tela raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Agostino, Caterina D’Alessandria, Carlo Borromeo, di Giovanni Lanfranco da Parma (Parma 1582, Roma 1647). Il dipinto e’ stato realizzato ntra il 1616 e il 1617; tela raffigurante Madonna Salus Populi Romani con una serie di Santi proveniente dalla chiesa di Poggio e commissionata dai missionari per la Venerabile Confraternita degli artisti nel 1704; dell’ Orbetto, e’ attribuita una tela raffigurante la Vergine con il Battista e la Maddalena del XVI secolo; una Annunciazione su tela e’ del XVII secolo così anche un dipinto raffigurante Sant’ Omobono del XIX secolo  patrono dei sarti; la Madonna incinta invece e di un autore ignoto del XVII secolo. Qui interessante e’ l’organo del XVIII secolo con cantoria situato sopra la bussola di ingresso. Alla chiesa inferiore si accede tramite una scalinata. Qui si può ammirare la Madonna in Pieta’ in legno del ‘500 di scuola abbruzzese di imitazione michelangiolesco; suggestiva una deposizione composta da dodici personaggi in terracotta policroma del XVI secolo. Anche qui un piccolo  e prezioso organo del XVII secolo attribuito al leonessano Luca Neri. Attiguo alla chiesa l’ oratorio della Confraternita Pieta’ e Grazie con affreschi. Il convento di Sant’ Agostino, esistente già dal 1182 con il suo porticato chiostro e locali un tempo sede di grande spiritualita’. La chiesa, come detto ci aspetta al termine di una scalinata in pietra. Bella e superba la chiesa si mostra ai turisti e visitatori nella sua unicita’. Più che chiesa, San Pietro di Leonesa e’ un museo contenitore aperto, dove si possono ammirare particolari capolavori unici, dove la devozione e la tradizione locale e viva e palpitante.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.