TREVI – Dal quinto Ecoforum regionale sull’economia circolare che si è tenuto ieri a Trevi, 4 febbraio, arriva il quadro della nostra regione sul tema del riciclo. Quest’anno sono 11 i Comuni Ricicloni umbri, due in meno rispetto allo scorso anno per via del peggioramento nella quantità e nella qualità della raccolta in diversi comuni, anche a causa della pandemia. Le novità principali nella classifica sono date dall’ingresso dei comuni di Torgiano e Valfabbrica e dal ritorno di Bastia Umbra. Quest’anno solo uno dei comuni umbri è tra quelli annoverabili tra i Comuni Rifiuti Free, ossia quelle amministrazioni che hanno contenuto la produzione pro capite di secco residuo indifferenziato e altri rifiuti a smaltimento al di sotto dei 75 kg/anno/abitante, e che pertanto sono stati premiati anche a livello nazionale da Legambiente. Si tratta di Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni.
CLASSIFICA COMUNI RICICLONI UMBRIA*
COMUNI SOTTO I 5.000 ABITANTI: Calvi dell’Umbria, Arrone, Ferentillo, Montefranco, Attigliano, Bettona, Polino, Valfabbrica
COMUNI TRA 5.000 E 20.000 ABITANTI: Torgiano e Todi
COMUNI SOPRA I 20.000 ABITANTI: Bastia Umbra
*Classifica in base alla produzione pro capite di rifiuto non differenziato a smaltimento
Per essere premiati come comuni Ricicloni umbri, il criterio selezionato da Legambiente Umbria è quello di rispettare l’obiettivo minimo di raccolta differenziata che a livello regionale era stato innalzato al 72,3% già con la DGR 34/2016, ma anche puntare sulla qualità, sulle politiche di prevenzione del rifiuto e sulla massimizzazione del riciclo. Dunque, virtuosi sono solo i comuni che hanno una qualità media della raccolta della frazione organica (dell’umido insomma) superiore o uguale al 95%, ovvero con presenza di materiale non compostabile (MNC) inferiore al 5%. Ai fini della classifica è stato valutato di escludere dalla graduatoria i comuni che, pur avendo una percentuale adeguata di raccolta differenziata, avevano un dato di qualità media rilevata della frazione organica di classe B, C e D, ovvero con percentuale di materiale non compostabile superiore al 5%. Come si legge nel Rapporto: “Questi comuni pur avendo il merito di aver raggiunto un risultato importante nella percentuale di differenziata, devono lavorare maggiormente sull’informare e motivare i propri cittadini a conferire i rifiuti in maniera corretta e devono sollecitare i propri gestori ad effettuare con maggiore frequenza e accuratezza le analisi merceologiche”. In virtù di questa ulteriore selezione sono stati esclusi dalla classifica dei Comuni Ricicloni i comuni di Otricoli, Porano, Piegaro, Castel Viscardo, Paciano e Narni.
I dati complessivi ci dicono che nella nostra Regione la produzione di rifiuti urbani (RU) nel 2020 è stata di 439.050 tonnellate, di cui 290.836 tonnellate raccolte in modo differenziato. La produzione complessiva risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente di 15.429 tonnellate (a fronte anche di una consistente diminuzione della popolazione residente, che si è ridotta di circa 14 mila unità) e la raccolta differenziata ha invece raggiunto la percentuale del 66,2%, dato praticamente invariato rispetto al 2019. Ci sono stati comunque ambiti che hanno visto crescere le proprie percentuali. La crescita più consistente è quella avvenuta nel sub-ambito 1, mentre molto più modesti quelli dei sub-ambiti 2 e 3, che comunque hanno tutti visto crescere la propria percentuale di RD. Cattivi segnali invece dal sub-ambito 4, notoriamente il più virtuoso negli anni passati, che invece ha visto una diminuzione della propria percentuale di differenziata, ma che rimane comunque la migliore a livello regionale.
Sebbene la raccolta differenziata in Umbria sia oggi al 66,2% a livello regionale, interi sub-ambiti, in particolare quello della Valle Umbra Sud (folignate-spoletino e Valnerina), continuano anno dopo anno ad essere in colpevole ritardo, rappresentando un freno importante per il raggiungimento degli obiettivi che la Regione si era data. Come sappiamo il quadro regionale è molto vario, abbiamo Comuni della provincia di Terni che viaggiano stabilmente su percentuali di differenziata vicine al 90% come Calvi dell’Umbria e Otricoli ed altri comunque attorno all’80% come Arrone, Attigliano e Porano. In totale sono 17 i comuni che hanno centrato l’obiettivo posto dalla regione con la Deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 2016. Poi abbiamo altri 34 comuni che hanno percentuali superiori al 65%, ovvero l’obiettivo minimo posto come noto dal famoso decreto Ronchi. Abbiamo infine i restanti 41 comuni che non raggiungono nemmeno il 65% di cui 13 non superano il 35%, per di più associati ad elevati valori di produzione rifiuti pro capite, come avviene in Comuni anche di discrete dimensioni del sub-ambito 3 che sono di fatto sprovvisti di raccolta differenziata.
C’è da dire che alcuni di questi comuni, che nel 2020 mostravano ancora basse performance, nel corso del 2021 hanno finalmente intrapreso un percorso di cambiamento che in molti casi ha dato subito risultati che li porteranno a percentuali più adeguate nella prossima classifica. Parliamo ad esempio dei comuni di Castiglione del Lago, San Giustino e Passignano sul Trasimeno. Grave, invece, che ci siano comuni che stanno perfino arretrando, tra tutti il comune di Foligno, terzo comune più grande della regione, che sta diminuendo di qualche punto la propria differenziata, e il comune di Nocera Umbra che pur essendo per quantità e qualità tra i peggiori, sta ulteriormente peggiorando i propri dati. Senza dimenticare Montefalco da anni fermo a percentuali molto basse e la Valnerina che ha interi territori praticamente senza raccolta differenziata.