FOLIGNO – Le sue tartarughe sono praticamente un elemento distintivo. Talmente belle che i turisti cedono volentieri ad un selfie davanti a queste sculture. E del resto da Parigi ad Amburgo, da Bordeaux a Firenze le sue creazioni hanno arricchito il patrimonio artistico nel contesto urbano. La città di Foligno ne possiede ben due, pensate per completare la riqualificazione di due spazi ritrovatisi a svolgere il ruolo di piazze a distanza di oltre mezzo secolo dalle devastazioni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Lui è lo scultore moravo Ivan Theimer.
Nelle sue opere si ispira al manierismo toscano, ma anche al simbolismo e ai classicismi delle età antiche, dalla civiltà egizia sino a quella greco-romana. Le sue opere monumentali, soprattutto obelischi, si ritrovano in numerose piazze d’Europa. E una di queste è a Foligno, dal titolo “Ercole”, un bronzo scolpito con cui la città umbra celebra Giuseppe Piermarini, l’imperial regio architetto che ha firmato capolavori come il Teatro alla Scala di Milano o la Reggia di Monza.
Un progetto fortemente voluto dal Comune di Foligno e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Foligno perché rappresenta un doveroso omaggio ad uno dei figli più illustri della città, da collocare poi in un luogo simbolico di Foligno recuperato dopo mezzo secolo: la piazza ricavata là dove una volta sorgeva il glorioso Teatro Apollo, purtroppo perso a seguito dei bombardamenti dell’ultima guerra. L’opera illustra Ercole che sostiene simbolicamente il tempo e la storia, materializzata in un obelisco che ne mette alla prova lo sforzo.
“Con la perizia di un cesellatore rinascimentale – ha osservato il professor Italo Tomassoni – Theimer inscrive la storia di Foligno e le immagini della vita e delle opere piermariniane nelle piastre bronzee fissate alla base di pietra del monumento e nella massa dello gnomone che taglia obliquamente lo spazio come il fendente di una folgore”.
Ivan Theimer, nato ad Olomouc il 18 settembre 1944, dal 1963 al 1965 ha frequentato l’Accademia di belle arti di Uherské Hradiště; dopo l’occupazione sovietica della Cecoslovacchia, nel 1968 Theimer è emigrato a Parigi, dove ha studiato all’École Nationale supérieure des beaux-arts dal ‘68 al 1971. Nel 1973 ha partecipato alla Biennale di Parigi e negli anni 1978 e 1982 ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia.
La seconda opera di Theimer che accoglie Foligno è il monumento dedicato ai Caduti per la Pace, una originalissima fontana in Piazza Don Minzoni.
L’opera (la cui denominazione ufficiale è “Ricordo del dolore umano”) raffigura una clessidra con la presenza di tartarughe, simbolo dell’eternità del tempo e un fregio di bronzo che ricorda alcuni episodi della storia folignate: il sacrificio di Colomba Antonietti, il partigiano Franco Ciri, ucciso dai fascisti, la famiglia Tucci trucidata a Sant’Anna di Stazzema dai nazisti, il bombardamento aereo del 22 novembre 1943 e il terremoto del 1997.
Alla base dell’opera c’è incisa la frase “Ognuno costruisce la vittoria della pace” che ha vinto il concorso scolastico “Una frase per il monumento alla pace in piazza Don Minzoni”. E’ stata proposta da quattro studenti della scuola media dell’istituto comprensivo di Belfiore: Francesco Bergami, Samuele Toni, Francesco Coccia e Tommaso Toni. La frase è stata scelta dalla commissione esaminatrice per “l’immediatezza e semplicità del messaggio che evidenzia l’importanza che ha ogni singolo individuo nel far nascere e crescere una cultura della pace da contrapporre all’evento distruttivo della guerra”. Il merito del messaggio vincitore è anche quello di “ricordare e valorizzare il sacrificio di tante vite umane in tutte le guerre e di rendere omaggio ancora una volta”.
Le tartarughe, come detto, sono elementi ricorrenti e caratteristiche di Ivan Theimer, come nel caso della Fontana d’Arione ad Olomouc e quelle in Place de la Victoire a Bordeaux.