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Le statue di bronzo di San Casciano e i riflessi tutti umbri dall’Arringatore ai Velimna

SAN CASCIANO DEI BAGNI – Oltre venti 20 statue di bronzo perfettamente conservate, ex voto, cinquemila monete in oro, argento e bronzo: è il tesoro archeologico restituito dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni.

Ed è evidente, vista la contiguità geografica, il riflesso che questa scoperta ha e ad avrà dopo i dovuti approfondimenti anche per quanto riguarda l’Umbria e in particolare la produzione statuaria in bronzo di età etrusca e romana.  Dal fango caldo, infatti, è riemerso un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia, nella zona di Pila. Non solo: l’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, come i Velimna di Perugia.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”  ha spiegato l’etruscologo responsabile dello scavo, Jacopo Tabolli. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta.

La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.

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