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Le quaranta candeline spente dalla Corale Marietta Alboni a Città di Castello

CITTA’ DI CASTELLO – Sono quaranta le candeline spente nel 2023 dalla Corale Marietta Alboni, gruppo storico di Città di Castello che nel corso dei quattro decenni si è imposto in Italia e all’estero, distinguendosi per impegno, qualità, studio e ricerca costanti. Impossibile elencare i concerti, i teatri, le collaborazioni, i progetti portati avanti dai circa cinquanta cantori che, nel nome dell’amicizia e dell’amore per la musica, hanno condiviso e vivono l’esperienza di cantare in coro. Una storia incredibile, fatta di tante soddisfazioni e grandi successi, il cui protagonista è Marcello Marini, fondatore della Corale nel 1983, e instancabile direttore, capace di coinvolgere, preparare, entusiasmare, con programmi musicali ricercati e raffinati, coristi e pubblico.

Il 26 dicembre, presso il Santuario Madonna delle Grazie, non si è assistito solo al quarantesimo concerto di Natale, ma ad una celebrazione di quella parte di vita trascorsa insieme, una festa – fatta di tanti contributi musicali e ricordi – offerta al numerosissimo pubblico tifernate, che da sempre sostiene con affetto e orgoglio le attività della Corale. La Marietta Alboni si è esibita insieme all’Orchestra Suonosfera di Assisi in una delle pagine più belle del repertorio classico, i Vesperae solennes de confessore K 339 composti da W. A. Mozart nel 1780; non sono mancati brani tradizionali natalizi eseguiti dai cori giovanili dell’Associazione Corale M. Alboni (il Coro allegre note e il Coro nuove note) diretti da Anna Marini. Sono state proiettate testimonianze dei quaranta anni di attività, video emozionanti che hanno fatto rivivere alcuni momenti significativi, intervallati dal Concerto per due trombe e orchestra d’archi RV 537 di Antonio Vivaldi. Un pomeriggio all’insegna della grande musica, magistralmente eseguita da musicisti e cantanti guidati da Marini, il quale, nonostante le due ore abbondanti di concerto, ha concesso due bis alla chiesa stracolma di gente.

 

 

Abbiamo incontrato il direttore Marcello Marini per ripercorrere alcune tappe di questi primi quarant’anni.

Partiamo dal nome. Chi era Marietta Alboni?

“Marietta Alboni fu una celebre artista di canto nata a Città di Castello, proprio nella casa davanti al Santuario Madonna delle Grazie, luogo in cui si è formato il gruppo e sede della Corale. Allieva di Gioacchino Rossini, divenne poi una delle sue cantanti preferite e instaurò con il grande operista pesarese un rapporto di amicizia che durò per tutta la vita. Star internazionale con capacità vocali eccezionali, è vissuta a Parigi, e quando morì lasciò tutti i suoi averi in favore dei bambini poveri affinché potessero studiare la musica. Qualche anno fa la Corale ha tenuto un concerto nella capitale francese e, con l’occasione, abbiamo visitato la tomba della nostra concittadina e reso omaggio a colei che dà il nome al gruppo.”

Com’è nata la Corale?

“Frequento la parrocchia da cinquant’anni. Ero ragazzino e collaboravo col gruppo parrocchiale che animava la liturgia con le chitarre; alla fine del 1982 lanciai l’idea di studiare un repertorio diverso e proposi un Corale di Bach: è stato un successo incredibile! I ragazzi, di età compresa tra i quindici e i diciassette anni, erano entusiasti. Nel giro di pochi mesi il numero dei cantori è lievitato da venticinque a sessantasette: i nuovi elementi arrivavano da varie parti della città, da altre parrocchie. Il coro ha lavorato per tanti anni con sessanta, sessantacinque cantori e tuttora è assestato sui cinquanta elementi; un successo straordinario da quarant’anni. Due persone fondamentali per la creazione del coro sono state il parroco di quel tempo, don Tonino Rossi, giovanissimo e appena ordinato sacerdote, e suor Ines Buscain delle piccole ancelle del Sacro Cuore, carismatica animatrice del gruppo dei giovani. Grazie a loro ho trovato terreno fertile, un gruppo di ragazzi pronti a recepire nuovi stimoli: quando hanno scoperto la bellezza non l’hanno più abbandonata.”

Quale repertorio affrontate?

“Affrontiamo prevalentemente il repertorio per coro e strumenti, soprattutto negli ultimi anni, grazie a commissioni, inviti, collaborazioni con orchestre più o meno grandi: l’Orchestra della Toscana, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Rossini di Pesaro solo per citarne alcune; lavori importanti inseriti in cartelloni prestigiosi come la Sagra musicale umbra e il Festival delle Nazioni. A causa dei molti impegni abbiamo trascurato la polifonia e il repertorio per coro a cappella, ma ci siamo trovati in contesti assolutamente straordinari per un coro amatoriale. Abbiamo cantato in tutto il mondo, dalla Russia all’Amazzonia; l’occasione più importante è stata nel luogo che i musicisti considerano il tempio della musica, la Philharmonie Berlin, la sala da concerto sede dei Berliner Philharmoniker. Fu Johannes Garbe, direttore dell’orchestra giovanile berlinese, a richiedere la nostra presenza dopo averci ascoltato. Era il 2009 ed eseguimmo, insieme alla sua orchestra, The armed man di Karl Jenkins; come coro ospite ci è stato richiesto un brano contemporaneo senza orchestra e ho scelto un mottetto a 5 voci miste di Carlo Pedini, tratto dall’oratorio Beata Angela. Concerto organizzato perfettamente, sala strapiena: una soddisfazione immensa. La Philharmonie è famosa anche per avere una delle acustiche migliori al mondo; ogni suono ti accarezza, una sensazione meravigliosa che ricorderò sempre.”

L’Associazione Corale Marietta Alboni offre anche percorsi per i più piccoli. Bambini che crescono nel canto e che nel tempo potranno entrare nel gruppo dei grandi

“Prima della pandemia avevamo tre cori giovanili: i pueri cantores, il coro giovanile e un coro di ragazzi intorno ai venti anni. Con l’interruzione delle attività purtroppo i cori si sono disgregati. Da settembre abbiamo ricostituito due gruppi: il Coro allegre note e il Coro nuove note, guidati con grande cura e competenza da mia sorella Anna Marini. In questo modo offriamo anche ai piccoli l’opportunità di vivere la bellezza della musica. Il repertorio è leggero, adeguato alla loro età, ma si studia con un’impostazione corretta della voce.”

 

 

Il 2023 è stato un anno di festeggiamenti con molti concerti e il 26 dicembre hai chiuso il quarantennale con un grande concerto celebrativo

“Sì, abbiamo eseguito numerosi concerti, soprattutto nei comuni dell’Alta Valle del Tevere, come ringraziamento per l’affetto e la stima che hanno sempre dimostrato. Oltre alle esecuzioni abbiamo allestito una bellissima mostra fotografica visitabile fino al 7 gennaio con documenti, foto, video, ricordi e le divise che sono state create in questi quarant’anni: un modo per conoscere la nostra storia, ma anche rivivere e risvegliare, per chi l’ha vissuta, quel senso di coralità e di appartenenza. Il Concerto del 26 dicembre è stata una festa in musica nella quale hanno partecipato tanti amici musicisti: l’Orchestra Suonosfera col carissimo violinista Paolo Franceschini, gli ottoni con le trombe soliste di Bruno Mancuso e Filippo Calandri, i grandi trombonisti Roberto Bianchi, Giovanni Comanducci, Mauro Morini, il fagottista solista Edoardo Filippi. I cantanti solisti hanno un rapporto speciale con la Corale: il soprano Veronica Marinelli è cresciuta nel coro dei bambini ed è una delle voci migliori del coro, il mezzosoprano Milena Josipovic da sempre collabora con noi, il tenore Federico Savini, cantante e flautista, inserito nel coro da un anno e collaboratore prezioso, il basso baritono Diego Savini, giovane che si sta avviando alla carriera lirica.”

Progetti per il futuro?

“Per la prossima primavera riprenderemo The armed man – Messa per la pace – di Jenkins in collaborazione con l’Associazione Ospedale da campo e la Caritas. Ricorderemo anche, a cento anni dalla morte, Alice Franchetti, persona straordinaria, filantropa e pedagogista, moglie del barone Franchetti, che fondò la Scuola della Montesca con metodo Montessori. I generosi coniugi Franchetti lasciarono le loro tenute nell’Alta Valle del Tevere ai contadini. In collaborazione con la Fondazione Franchetti ricorderemo la figura di Alice con un’ esecuzione particolare di un ciclo di musiche del periodo, ma anche l’esecuzione di una composizione, su testo poetico della baronessa, musicata per l’occasione. Ci piacerebbe anche tornare a fare scambi con un coro di Ratisbona. L’ultima uscita dall’Italia risale a prima del covid per un concerto a Parigi. Poi chissà… ogni tanto capitano improvvisamente cose belle e straordinarie. Siamo pronti per accoglierle.”

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