UJ #01: i pianisti Nduduzo Makhathini e Dado Moroni e l’Ottovolante di Mauro Ottolini

PERUGIA – Circondati dai manifesti di tutte le edizioni di Umbria Jazz lungo le pareti, i concerti alla Sala Podiani sono iniziati ieri, 8 luglio alle 12:00 con l’esibizione del pianista sud africano Nduduzo Makhathini.

Presentato da Enzo Capua come uno dei migliori talenti degli ultimi anni, il poco più più che quarantenne pianista ha fornito una prova convincente.

La sua performance solista è stata seguita con attenzione dal pubblico che fatto registrare il primo sold-out in questa location.

Nella sua proposta si fondono reminiscenze folkloriche sudafricane di danze, canti popolari e suoni (clik) evocativi di rituali ancestrali; l’impianto armonico ricorda i codici compositivi della musica europea del primo dopoguerra, che in seguito alla crisi del sistema tonale tendeva al ritorno alla modalità e all’adozione di nuove scale spesso di derivazione extraeuropea; un bel modo di iniziare la rassegna.

Il secondo concerto, sempre alla Sala Podiani alle 15:30, ha visto protagonista Dado Moroni che in apertura ha ricordato un concerto ad UJ di Buddy Rich, a Gubbio quand’era addirittura con i pantaloni corti.

Ha poi spiegato che nella sua esibizione in solo avrebbe ricordato i grandi del passato, parecchi dei quali hanno calcato le scene della manifestazione lungo i i 50 anni che vengono celebrati in questi giorni.

In apertura il lirisimo del musicista genovese ci ha trasportato lungo le dinamiche di Thelonious Monk con Evidence ed Ask me now.

Poi una composizione originale, Brother Alfred, dedicata a McCoy Tyner (il cui vero nome era Alfred McCoy Tyner) e al padre Alfredo Moroni.

Quindi l’aneddoto della sua esperienza olandese quando si trovò in festa dai costumi lascivi ed assaggiò una torta che all’apparenza era molto buona; una fetta tirò l’altra e dormì per diverso tempo, allucinato dagli ingredienti.

Ripensando a quell’episodio ha scritto la composizione The duck and the duchess che ha proposto al folto pubblico presente che ha fatto registrare il secondo sold out di giornata.

Tutt’altra atmosfera alle 17:00 al Teatro Morlacchi con L’Orchestra Ottovolante di Mauro Ottolini che ha proposto un viaggio attraverso la musica del secolo scorso punteggiato da splendidi arrangiamenti che hanno rivestito tra gli altri brani come Mi va di cantare, portata al Festival di Sanremo nel 1968 da Louis Arnstrong, Buonasera signorina di Fred Buscaglione, Musetto di Domenico Modugno, Hey mambo, Love in Portofino, Conosci mia cugina, Pippo non lo sa di Gorni Kramer e Tu vuò fa l’americano di Carosone.

Sul palco con il musicista veronese, che conferma di essere tra i migliori arrangiatori italiani, la cantante Vanessa Tagliabue Yorke, grande interprete di brani come La nebbia di Pippo Barzizza, Grazie dei fiori, Brava del maestro Canfora – scritta da lui appositamente per Mina – e Quando dell’indimenticato Luigi Tenco.

Nel bis finale ecco spuntare l’omaggio al supermolleggiato Adriano Celentano con Il tuo bacio è come un rock.

Um’ora e mezzo di puro divertimento ed ascolto godibilissimo.

Ottolini sarà ancora protagonista nei prossimi giorni in quartetto con Francesco Bearzatti e Giulio Scaramella nel progetto di Vanessa Tagliabue Yorke We Like It Hot, venerd’ 14 luglio alle 15:30 alla Sala Podiani.

Tutte le foto sono di Federica Mastroforti

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.