PERUGIA – Inizia la rassegna Quarta Parete, organizzata dal PostModernissimo in collaborazione con la sezione perugina “G. Bellucci” del Club Alpino Italiano e il Trento Film Festival. Dall’alpinismo contemporaneo a quello storico, dal rapporto tra uomo e ambiente montano fino all’antropologia: 6 appuntamenti per raggiungere le vette della cinematografia di montagna. Per il quinto anno consecutivo, grazie a una serie di proiezioni a ingresso gratuito e alla possibilità di dibattere con autori e personaggi di rilievo, il pubblico perugino potrà entrare in contatto ravvicinato con l’affascinante universo legato alla montagna.
Giovedì 14 novembre (inizio alle 19.30) “Volando sopra l’Everest” di Fabio Toncelli. A 9000 metri, per circa 4 ore con una temperatura di -50° a una velocità che ha superato i 200 chilometri orari, Angelo D’Arrigo ha compiuto un’impresa storica: è stato il primo uomo a sorvolare la montagna più alta della Terra, ovvero l’Everest. Un film che ha vinto diciotto premi tra cui un premio al Mountain film di Telluride e uno al Festival cinematografico internazionale di Mosca.
Martedì 19 novembre (alle 21.00) la recente opera di Monica Dovarch “Climbing the elisir”, che racconta l’area in cui c’è la maggiore concentrazione di centenari al mondo, quella tra Baunei, Urzulei e Dorgali, nella provincia dell’Ogliastra e del Nuorese. Attraverso le avventure di due appassionati escursionisti locali che da tempo ripercorrono gli aspri luoghi di vita e le impervie scalate dei coraggiosi pastori sardi, tra le incantevoli montagne del Supramonte, il documentario rivive sfide diventate leggende e imprese trasformate in mito, mentre stimola la riflessione sul meraviglioso mistero che la vita umana nasconde.
Il 20 novembre (alle 19.30) “L’eco del Tien Shan” del regista svizzero K-soul Cherix, già vincitore della Genziana d’oro del CAI per la migliore opera di alpinismo. Alcune guide di alta montagna dell’ex URSS lavorano, come ogni estate, in un campo base a 4000 m d’altezza nel massiccio del Tien Shan nel Kirghisistan. Sono gli eredi delle antiche strutture sportive sovietiche e devono oggi adattarsi ad una nuova situazione sociale. Riescono a superare molti ostacoli grazie alla loro forza di volontà accompagnata da un’innata modestia e dalla gioia di vivere e sono un esempio vivente dell’amore per la vita in montagna nonostante le avverse circostanze.
Penultimo appuntamento il 26 novembre (ore 21.00) con “The Dawn wall” di Peter Mortimer e Josh Lowell. Il film racconta l’impresa di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson che, nel gennaio 2015, catturarono l’attenzione del mondo con la loro impresa sulla Dawn Wall, una via apparentemente impossibile di 915 metri nello Yosemite National Park. Quella di Caldwell è una storia a tratti incredibile: all’età di 22 anni fu preso in ostaggio dai ribelli in Kirghizistan e poco dopo perse il dito indice minando la sua carriera come arrampicatore. Quando il suo matrimonio andò in pezzi, è sfuggito al dolore concentrandosi sullo straordinario obiettivo di scalare la Dawn Wall.
La rassegna si chiuderà mercoledì 27 novembre (19.30) con “Dal polo al K2” di Giorgio Vivalda. Questo film del 1986 è stato realizzato in occasione dell’omonima mostra al Museo Nazionale della Montagna di Torino. Si tratta di un’interessante rievocazione, con filmati dell’epoca e interviste, delle prime spedizioni extraeuropee italiane tra il 1899 ed il 1954: una storia dominata dalla figura del Duca degli Abruzzi e dalle sue imprese, segnalate come esempi di organizzazione scientifica ed alpinistica, oltre che dai risultati conseguiti.
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