L’attrice-etologa Isabella Rossellini ci racconta il suo “Sorriso di Darwin” in scena stasera al Lyrick

ASSISI – Uno sguardo emotivo, genuinamente infantile, una consonanza empatica avvertita a pelle; poi sempre più attento, vogliosamente indagatore. Le letture, poi gli studi e gli approfondimenti universitari e alla fine ecco che Isabella Rossellini arriva a disegnare e dispiegare, da etologa e attrrice al tempo stesso, “Il sorriso di Darwin” e a volerlo tradurre, per tutti, con la voce, i gesti, l’emozione, il contatto del teatro.

E stasera, 18 gennaio, Isabella Rossellini sarà in Umbria, al Lyrick di Assisi, nell’ambito aderente al suo sentire, perché a proporlo è Umbria Green Festival che a sua volta è riuscito a chiudere, davvero in coerenza con i suoi obbiettivi, l’ottava edizione di un format teso a costruire una serie di appuntamenti, iniziative e progettualità legati ai target dell’agenda 2030 e perseguiti con proposte interessanti e coinvolgenti per il pubblico dal direttore artistico Daniele Zepparelli. L’attrice, che oggi vive in una fattoria a Long Island, torna dunque in Umbria a quattro anni di distanza dalla tappa che fece nel teatro di Solomeo con il suo Link Link Circus, monologo anch’esso sul tema degli animali.
A introdurci nel clima e nelle motivazioni di questo attesissimo, nuovo spettacolo, è stata la stessa Isabella Rossellini nel corso della conferenza stampa nazionale con la quale ha annunciato il tour italiano dopo che lo spettacolo è stato rappresentato con successo a New York, San Francisco e Los Angeles.

“Mi sono sempre piaciuti molto gli animali da quando ero piccola. Mio padre – ha raccontato – mi aveva regalato un libro quando aveva circa 14 anni: L’anello di Re Salomone di Conrad Lorenz che è stato proprio il fondatore dell’etologia. Ricordo che papà me l’ha dato dicendo, Guarda, questo ti piacerà sicuramente. Non solo mi è piaciuto, ma è stato come una rivelazione. Avrei voluto diventare etologa però, a parte che non ero tanto brava a scuola, l’etologia era una disciplina troppo moderna e non veniva molto considerata in ambito universitario. C’erano la zoologia, la biologia, ma non l’etologia. Quindi, quando ho computo cinquant’anni, sono tornata all’università e ora sono etologa”.
Nel suo monologo, Isabella Rossellini esplora, a partire dal libro di Charles Darwin, l’espressione delle emozioni nel mondo animale, uomo compreso dunque, mettendo in scena empatia e recitazione. Anche utilizzando toni comici, utili a comprendere emozioni, sensazioni, istinti. Così sul palco, con umorismo sapiente e per certi versi sorprendente, ecco che l’attrice-etologa interpreta cani, gatti, galline, pavoni e lo stesso Charles Darwin.
Restando nelle pieghe di questo spettacolo, Isabella Rossellini ha spiegato nel dettaglio come è nata questa sua ultima rappresentazione: “Tutto è cominciato da una conferenza che ho tenuto per il Musée d’Orsay di Parigi che ospitava una mostra sulla teoria dell’evoluzionismo di Darwin. Lui ha scritto un libro intitolato “A proposito delle espressioni e delle emozioni degli uomini e degli animali”: pensava che ci fosse in questo senso una affinità tra noi e gli altri animali, peraltro un po’ in contraddizione con le credenze di allora. Muriel Mayette, ora direttrice del Teatro Nazionale di Nizza, era presente al Musée d’Orsay e mi ha proposto di farne un monologo teatrale da lei diretto. Da qui è nato Il sorriso di Darwin basato proprio su quel testo di Darwin che non è molto conosciuto. Per me è stato uno dei testi più affascinanti da leggere, perché mi ha fatto riflettere sul fatto che se per esempio sorrido, questo è capito in tutto il mondo, ma se faccio alcuni gesti tipici dell’espressività italiana, tipo il nostro raccogliere le dita insieme per indicare un punto interrogativo, questo è comprensibile solo fra noi italiani. E Darwin comincia il libro domandosi perché alcune espressioni sono comprensibili universalmente e no. E si chiede se il sorriso è stato il risultato dell’evoluzione. Una persona non vedente, per esempio, sorride anche se non ha mai visto un sorriso in vita sua. Quindi, partendo da questo interrogativo, in maniera comica, racconto in scena sia il mestiere di attore, sia le espressioni delle emozioni degli animali”.
Isabella Rossellini si cambia direttamente in scena per cinque volte e ha spiegato perché: “La prima volta che ho messo in scena questo spettacolo è stato a Nizza, al teatro di San Francesco. Era di fatto una ex chiesa del 400 che non aveva le quinte, quindi abbiamo dovuto fare tutto in palcoscenico”.
Poi Isabella Rossellini ha parlato del suo rapporto emotivo con il teatro.
“E’ un po’ come camminare su una corda. Peraltro questo monologo lo recito in tre lingue, quindi delle volte mi vengono fuori parole in altre lingue rispetto a quella con cui sto recitando… Per il resto mi piace il contatto con il pubblico e e la possibilità che mi dà il teatro di viaggiare e di andare in città dove probabilmente non sarei andata, questo è piacevole. Resta la paura del palcoscenico, quella c’è. Ricordo che persi completamente la voce tanta era la tensione prima dello spettacolo. A quel punto Jean-Claude Carrière che era un grandissimo scrittore, autore di molti film di Luis Buñuel, entrò in scena e chiese al pubblico: ‘Signore e signori, Isabella ha perso la voce, potreste guardare sotto le sedie, nelle vostre borse se la trovate?’. Mi fece ridere, mi rilassai e piano piano la voce tornò e feci lo spettacolo”.
Interessante l’approfondimento che Isabella Rossellini ha poi fatto sul suo modo di scrivere i testi: “Quando sono io l’autrice e scrivo, mi viene di farlo in maniera comica, perché non lo so, forse anche perché è piacevole e perché prima di tutto devo fare ridere me stessa. E’ piacevole scrivere in una atmosfera di buon umore e di risate”.
Chiusura con una domanda diretta e pertinente: Isabella Rossellini è vegetariana?Risposta: No,
non sono vegetariana, mangio carne ma non quella degli animali che sono nella mia fattoria, sarà ipocrita ma anche altri allevatrici che conoscono non ci riescono”.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.

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