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L’Assunta e i Santi Sebastiano e Rocco a Gabbio: il rinascimento di Francesco da Lugnano

L’ Assunzione della Vergine Maria nella chiesa di San Vincenzo Martire di Gabbio e’ una particolarità in assoluto in quanto, a differenza di altri dipinti dello stesso soggetto, qui mancano le scene della dormitio, sostituita da uno stuolo di Santi comuni della tradizione cristiana ad uso nella popolazione contadina. Ma passiamo a descrivere ed esaminare il dipinto e le sue particolarità pittoriche sia nei soggetti figurati, che nello stile e colore.

Anno di esecuzione dell’ opera 1534 (la data è posta sulla tabella della candelabra dell’ intradosso; sotto segue la scritta S.P.Q.R. Nella mandorla al centro, a destra l’Onnipotente che incorona Maria (nella foto di copertina) ambedue adagiati su nuvole, su uno sfondo azzurro denso, il sole in oro, reso movimentato da nuvole scure irregolari. I due soggetti sono di bella fattura soprattutto nella ricercatezza delle linee dei volti ed espressioni. L’ Onnipotente con barba e capelli canditi, i lineamenti del viso assai addolcito lasciano intuire una possibile influenza “spagnesca” pervenuta all’ autore, perdendosi però nelle linee anatomiche dei volumi che circondano i due soggetti principali. L’opera, del resto realizzata alla prima meta del XVI secolo lungi dalla grande stagione artistica che influenzerà in modo completo nella seconda metà del secolo tutta  la produzione pittorica in questa parte dell umbria meridionale fino a tutta la prima metà del XVII secolo. Il volto della Vergine è bel realizzato come espressività, sia nell’impasto dei colori. Il drappeggio ben risolto con volumi in chiaroscuro, nelle pieghe, non riesce però, a rendere evidente la forma delle linee anatomiche del corpo dell’Onnipotente assiso su un trono di nuvole.

Il gruppo degli angeli posto a destra dell’Onnipotente, ricopre la maggior parte della superficie. Alcuni di essi, in volo, altri in adorazione, altri sorreggono il cartiglio, nel gruppo in basso ASSVMPTA EST MARIA IN CAELVM (nella foto). Nell’altro cartiglio del gruppo degli angeli nella parte superiore  si legge: SVP CHOROS ANGELOR AD CELESTIAM. Il gruppo degli angeli di sinistra segue l’ andamento  dell’ altro di destra sia come espressione dei volti, similari, sia pure nei vestiti. Il dipinto e’ stato attribuito, dalla Soprintendenza, a Francesco da Lugnano. La commissione è espressa in una epigrafe disegnata nel presbiterio a fianco dell’ altare deve, per cause di abrasioni, infiltrazioni di umidità purtroppo è di difficile interpretazione. Sulla parete laterale, vicino alla finestra che guarda verso la Valnerina, sono raffigurati due Santi della trazione popolare, che, dopo l’Assunta riprodotta nell’abside, la comunità di Gabbio ha voluto il San Sebastiano  e il San Rocco (nella foto), se il primo e’ il  patrono di Ferentillo, quest’ultimo è da sempre  dei viandanti e pellegrini. Sul sentiero che conduce al paesino e una edicola religiosa a lui dedicata.

I due Santi invocati contro le pestilenze,  sono raffigurati con i simboli della tradizione. Sotto,  in un finto cartiglio si legge: OK OPVS F.F. ICVANE .DE. ATRE.

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