PERUGIA – L’arte è vita e non si può sopprimere a colpi di Dpcm, non può essere cancellata dalle esistenze, perché l’arte alimenta l’anima. Di sogni, di riflessioni, di emozioni e sensazioni. Per questo ieri a Perugia in concomitanza con molte altre città d’Italia, si è svolto un evento di solidarietà in omaggio al mondo dell’arte e della cultura con performance dal vivo. La manifestazione “Marcia della liberazione” ha fatto tappa in piazza IV Novembre per ribadire che “la salute della persone non si tutela bloccando le attività artistiche e che ciò che viene chiesto – afferma Ines De Baggis – è di riaprire i teatri, i cinema e le piazze perché con l’arte non si campa ma con l’arte si vive.
Gli artisti – continua Ines De Baggis – sono stati dimenticati e il mondo dell’arte non è composto unicamente da attori affermati e cantanti famosi, ma da artisti poco noti e migliaia di maestranze e operatori che giorno per giorno svolgono il lavoro lontano dai riflettori e dietro le quinte. Ad un anno dall’inizio dell’emergenza chiediamo di poter ripartire con convinzione e serenità”. Un messaggio chiaro che indica anche una serie di richieste che passano dal diritto al lavoro degli artisti al diritto di poter tornare a vivere la propria arte (in sicurezza) perché l’arte è qualcosa di diverso e superiore rispetto alle sole questioni economiche. La manifestazione svolta in tutta tranquillità in piazza IV Novembre si è svolta nei pieni criteri di sicurezza e presidiata dalle forze dell’ordine. La voce degli artisti si è insomma levata alta perché infine non sia decretata la morte dell’arte: “La chiusura ormai da diversi mesi dei teatri, dei cinema, dei musei e di tutti i luoghi deputati alla cultura – scrivono gli organizzatori della Marcia di liberazione – sta, non soltanto portando al collasso un intero settore economico ma sta mortificando un Paese come l’Italia che nei secoli è stata espressione di quella Bellezza Artistica che l’ha resa grande nel mondo. Al di là delle motivazioni legate alla diffusione del Covid-19, esiste una deliberata volontà di un sistema che desidera mortificare l’Arte a tutto vantaggio di campi del sapere più funzionali al potere economico e della finanza, come i lavori legati alla tecnologia o alla sicurezza. Né è la prova la recente campagna diffusa dal governo britannico in cui si invitano gli artisti a convertirsi in informatici o in lavoratori del mondo digitale poiché l’Arte è improduttiva.
Un governo che dovrebbe essere al servizio della realizzazione dei suoi cittadini, arriva addirittura a fare propaganda affinché musicisti, scultori, ballerini, attori, scrittori, poeti si convertano per fare l’informatico o mestieri funzionali esclusivamente al sistema e profittevoli per esso. Per continuare a donare al mondo equilibrio e genialità; a precorrere i tempi; a mostrare l’invisibile chiediamo allora agli artisti di ogni forma di arte di unirsi e di difendere la propria unicità che è la nostra salvezza. Per tornare a vivere l’Arte come evento e come confronto; a fare musica dal vivo; a recitare su un palco; a dipingere in verità; a cantare insieme; a vibrare insieme chiediamo, ancora, di unirvi, per continuare a portare calore, speranza, bellezza di cui c’è bisogno soprattutto in questo momento così buio per l’umanità vi chiediamo di essere coraggiosi! I cittadini italiani sono con voi!”.
Testo e fotoservizio di Raffaella Fuso