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L'arte del doppiaggio trova casa a Perugia: ecco i signori degli anelli

PERUGIA – Chi l’avrebbe mai detto che il doppiaggio non è più solo appannaggio esclusivo delle grandi città, come Roma, Milano o Torino? A Perugia dall’inizio dell’anno lo Studio Teclas si propone come una valida realtà per far sì che il capoluogo umbro possa diventare un punto di riferimento per la post-produzione cinematografica italiana. Si sa che l’Umbria con i suoi paesaggi e le sue ricchezze artistiche e culturali sta diventando una delle cornici più apprezzate dove ambientare grandi produzioni nazionali ed internazionali (vedi “Il Nome della Rosa” o “Benedetta”, il film di Paul Verhoeven girato l’estate scorsa tra Perugia e Bevagna) e ora l’iniziativa dello Studio Teclas getta le basi per una possibilità di realizzazione del doppiaggio a Perugia.
Luca Burocchi e Daniele Marinelli, entrambi tecnici del suono professionisti, dopo essersi formati al Conservatorio di Perugia e realizzato produzioni musicali di alto livello hanno deciso di mettere insieme la loro esperienza e di coinvolgere un professionista del settore di doppiaggio imprescindibile per poter realizzare questa importante iniziativa, ovvero Claudio De Angelis. Attore e doppiatore italiano, ha lavorato con i più grandi registi italiani (Calenda, Camilleri e Ronconi, solo per citarne alcuni) ed è il fondatore de La BiBi.it, un’importante società che opera da 30 anni nell’edizione di film di circuito, tv-movies, serie televisive, cartoni animati, giochi interattivi e documentari, dalla fase preliminare dell’adattamento dei dialoghi fino al riaccoppiamento finale della colonna sonora mixata sul master video, comprese le lavorazioni grafiche e di titolazione in italiano. Ha affinato  per più di 30 anni la tecnica di doppiaggio negli studi capitolini e ora si propone di forgiare nuove leve nel territorio perugino perché crede fermamente nel fatto che il doppiaggio possa costituire una possibilità occupazionale rivolta ai giovani e anche ai meno giovani, auspicando che anche gli enti istituzionali possano cogliere l’opportunità per poter predisporre un’offerta formativa in loco.
Dall’incontro di queste tre personalità artistiche è nato il corso di Perugia: 90 ore da gennaio a fine marzo dove la didattica è incentrata sull’approfondimento delle sensibilità personali legate alla recitazione e all’applicazione e pratica del doppiaggio in studio.
La locandina del corso di doppiaggio a Perugia dello Studio TeclasUndici curiosi allievi, spinti da passione e forte motivazione artistica, hanno preso parte a questo percorso didattico per mettere a fuoco le proprie abilità recitative, vincere le proprie paure al microfono e tentare di tuffarsi in questo ambito del cinema nella speranza di  una possibilità lavorativa.
Lo Studio Teclas ha difatti l’ambizione di diventare un punto di riferimento delocalizzato per la post produzione nostrana ed è per questo che nel prossimo futuro proporrà nuovi corsi di doppiaggio professionalizzanti rinnovando la sua offerta didattica e affidandosi alla profonda esperienza di Claudio De Angelis che Vivo Umbria ha intervistato per dare una soggettiva sull’affascinante mondo del doppiaggio, anche con  simpatici aneddoti, per raccontarci dal suo autorevole punto di vista le dinamiche un ambito professionale poco noto alla massa.

“Riconoscere un’emozione, provare un’emozione, restituire un’emozione” : è questa la formula vincente per approcciare al leggio con autenticità secondo De Angelis; ed è il presupposto fondamentale per cogliere l’essenziale differenza tra la figura del doppiatore del passato e quella odierna: una volta il doppiatore era l’attore che si formava artigianalmente nei teatri stabili di prosa delle principali città (Roma, Firenze, Torino), dimostrava le proprie abilità recitative sul palco ed essendo dotato di una bella voce impostata, veniva notato per le sue qualità vocali dai direttori o colleghi di scena, i quali lo invitavano a prendere parte alla lavorazione del film in studio in fase di post produzione. Oggigiorno il doppiatore è una figura professionale a sé stante, non passa più necessariamente per la formazione teatrale, si forma tramite scuole specifiche di doppiaggio gestite da validi doppiatori e si ritrovano in sala ad eseguire in modo tiepido gli anelli che sono l’unita di misura minima di circa 30-40 secondi in cui viene suddiviso il copione; la denominazione deriva dalla pellicola, che in passato veniva letteralmente tagliate e chiusa ad anello in spezzoni di 15-20 metri in modo da poter proiettare di continuo la stessa sequenza di immagini.
Esiste pertanto a detta di De Angelis questo divario tra la comunicazione informativa,messa in atto dal mero doppiatore attuale, e quella emozionale restituita dall’attore-doppiatore del passato esprimendo la sua delusione rispetto al fatto che nelle produzioni odierne l’aspetto informativo sia prevalente rispetto all’aspetto emozionale; tutto ciò comporta che il risultato finale va incontro ad un impoverimento, tende ad essere sempre più massificato e viene “fatto allo stesso modo in tutti i modi”.


Proprio per questo motivo il corso proposto a Perugia si è composto di un fondamentale modulo preliminare dedicato alla recitazione e alla restituzione dell’emozione. Dopo una fase preparatoria gli allievi sono cimentati al leggio attraverso una serie di prodotti multimediali: dal cartone animato alla serie televisiva, dal film di successo fino al documentario. Una serie di prove da affrontare dove sono stati messe in campo diversi elementi in simultanea, dall’attitudine recitativa al rispetto per il sinc (il termine che definisce il sincronismo tra la voce del doppiatore e i movimenti labiali dell’attore da doppiare), dalla modulazione della voce, alla dizione da rispettare fino all’emissione controllata del tono vocale. Un mix di accortezze e abilità che con l’esperienza e la consuetudine possono rendere un motivato allievo un potenziale professionista del settore. Provare per credere.

 
 
 

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